Ogni volta che la pioggia cade abbondante, il Seveso torna a mettere in ginocchio Milano, in particolare i quartieri a nord della città. Non si tratta di episodi isolati: negli ultimi 50 anni le piene si sono verificate oltre cento volte, con una media di più di due all’anno. Capire le cause di questo fenomeno e le soluzioni in corso è fondamentale per comprendere perché la capitale lombarda sia così vulnerabile.
Origini e caratteristiche del Seveso
Il Seveso nasce in provincia di Como, vicino al confine con il Canton Ticino, a circa 490 metri di altitudine. Dopo aver attraversato vari centri della Brianza, entra a Milano e confluisce nel Naviglio della Martesana. Il bacino che raccoglie le sue acque si estende su 227 chilometri quadrati, di cui quasi metà coperti da aree urbanizzate. Il principale affluente, il Certesa, ha un bacino di 72 chilometri quadrati. A rendere ancora più complesso lo scenario è il fatto che il Seveso rientra nel sistema Lambro-Olona, dove più corsi d’acqua confluiscono verso l’area metropolitana milanese. Qui, tuttavia, la capacità di smaltimento dei canali risulta insufficiente, creando le premesse per allagamenti frequenti.
Le criticità strutturali
Secondo Regione Lombardia, le problematiche del Seveso sono molteplici. Il corso d’acqua presenta numerosi ponti, attraversamenti e restringimenti che ostacolano il deflusso e facilitano l’innalzamento del livello durante le piene. L’espansione urbana ha confinato e tombinato il tratto finale del torrente, impedendo qualsiasi ampliamento dell’alveo per contenere portate maggiori. Inoltre, le opere di contenimento sono state realizzate senza una regia unitaria, creando un sistema frammentato e poco efficace. A tutto questo si aggiunge il fatto che il Seveso riceve parte delle acque di scarico urbano, aumentando ulteriormente la pressione sul suo percorso.
Il problema dei rigurgiti del Seveso
Il Seveso, interrato nel corso del Novecento, entra a Milano all’altezza di Bresso e attraversa quartieri densamente popolati fino a via Melchiorre Gioia, dove confluisce nella rete fognaria e nel Naviglio Martesana. Quando le piogge rendono il sistema sotterraneo saturo, il torrente non riesce più a scorrere e risale in superficie. Tecnicamente non si parla di esondazione in senso stretto, ma di rigurgito.
Perché Milano va sott’acqua
Durante le piene, una parte delle acque del Seveso viene deviata dal Canale Scolmatore di Nord Ovest, costruito per alleggerire la pressione sul corso principale. Questo canale convoglia le acque verso il Deviatore Olona e, in situazioni eccezionali, fino al Ticino. Tuttavia, quando le precipitazioni sono particolarmente intense, il sistema non riesce a smaltire tutto il flusso, che si riversa comunque nei tratti tombinati milanesi. Le strozzature sotterranee diventano così una delle principali cause delle inondazioni che paralizzano periodicamente la zona nord della città.






