Bergamo, 16 dicembre 2025 – A cinque anni dall’incidente sul lavoro che ha segnato la vita di Mohamed Ouhida, operaio tunisino di 59 anni, la vicenda giudiziaria giunge a una nuova conferma. L’uomo è rimasto vittima di un grave infortunio nel luglio 2020 a Pedrengo, durante la movimentazione di anelli in calcestruzzo di notevole peso e dimensioni. La sentenza della Corte d’Appello di Brescia ha ribadito la responsabilità solidale degli imputati, confermando il risarcimento di oltre mezzo milione di euro riconosciuto al lavoratore, ancora oggi in stato di coma vigile.
L’incidente a Pedrengo
Quel 22 luglio 2020, nel cantiere per la costruzione di una struttura nell’area feste del Parco Frizzoni, un carico di otto anelli in calcestruzzo, ciascuno del diametro di due metri e dal peso di 550 chili, veniva consegnato da un camion della Vavassori Srl. Mohamed Ouhida, appena assunto dalla Pro System Srl e privo di formazione specifica, salì sul pianale per imbragare i primi due anelli. A causa dell’oscillazione generata da una gru non idonea, l’operaio fu colpito alla testa e schiacciato contro altri materiali, senza indossare il casco di protezione. L’incidente provocò danni irreversibili: l’uomo versa tuttora in un «coma vigile, incapace di intendere e volere», assistito dal fratello amministratore di sostegno, mentre la famiglia risiede in Tunisia.
La sentenza del tribunale di Bergamo, confermata in appello, esclude ogni concorso di colpa del lavoratore, anche se si era spostato sul cassone del camion. Sono stati ritenuti corresponsabili in modo paritario Mario Rauseo, titolare della Pro System, che aveva assunto il 59enne senza alcuna esperienza né formazione, il capocantiere Novrus Hodaj, il camionista Diego Rebussi, e la società proprietaria del mezzo Vavassori Srl. Il datore di lavoro non fornì adeguate informazioni sui rischi, né si avvalse del personale specializzato della Vavassori per lo scarico. Il capocantiere ordinò l’operazione senza dispositivi di protezione e si allontanò, mentre la gru utilizzata presentava uno “sbraccio” e un angolo di sollevamento non ottimali, causando oscillazioni pericolose del carico.
L’impegno di Pro System Srl e la sicurezza sul lavoro
Nonostante la Pro System Srl, titolare dell’appalto, abbia cessato le attività, l’azienda era nota per un approccio innovativo e tecnologico alla sicurezza, con attenzione all’ergonomia e alla digitalizzazione dei processi produttivi. Tuttavia, in questo caso specifico, la prevenzione e la formazione sono mancate, causando un grave infortunio.
La sentenza ribadisce l’importanza di un sistema di sicurezza integrato che coinvolga non solo la formazione degli operai, ma anche la corretta gestione delle attrezzature e la supervisione costante da parte dei responsabili. L’episodio di Mohamed Ouhida rappresenta un monito sull’importanza di tutelare i lavoratori manuali, veri protagonisti dei processi produttivi, attraverso un rigoroso rispetto delle norme di sicurezza e un’efficace formazione continua.






