Città del Vaticano, 23 agosto 2025 – Papa Leone XIV ha ricevuto oggi in udienza la delegazione del Chagos Refugees Group, esprimendo un fermo sostegno alla causa del popolo chagossiano, costretto all’esilio forzato dalla propria terra da decenni. In un discorso carico di solidarietà e speranza, il pontefice ha riaffermato con forza che nessun popolo può essere costretto a un esilio forzato, sottolineando l’importanza del rispetto dei diritti umani e della sovranità nazionale.
Il riconoscimento internazionale e il trattato sulle Isole Chagos
Papa Leone XIV ha lodato la perseveranza della comunità chagossiana, evidenziando come la recente firma di un trattato che restituisce le Isole Chagos alla Repubblica di Mauritius rappresenti “un passo significativo verso il vostro ritorno a casa”. L’accordo, frutto di lunghi negoziati internazionali iniziati dopo una sentenza della Corte internazionale di giustizia del 2019, sancisce la fine dell’amministrazione britannica sulle isole, mantenendo tuttavia per 99 anni una base militare anglo-americana a Diego Garcia, l’isola principale dell’arcipelago.
Il pontefice ha ringraziato le parti coinvolte per aver agito con cuore aperto e rispetto delle decisioni del diritto internazionale, così come auspicato dal suo predecessore Papa Francesco durante il suo viaggio a Mauritius nel 2023. Ha inoltre evidenziato il ruolo determinante delle donne chagossiane nella rivendicazione pacifica dei diritti del loro popolo.
La speranza del Papa per il ritorno e il futuro della comunità chagossiana
Nel suo messaggio, Papa Leone XIV ha espresso l’auspicio che le autorità di Mauritius e la comunità internazionale si impegnino affinché il ritorno del popolo chagossiano, dopo più di 60 anni di esilio, avvenga “nelle condizioni migliori possibili”. Ha infine ribadito che la Chiesa locale continuerà a offrire il suo contributo, soprattutto spirituale, per sostenere la comunità in questo delicato passaggio.
Il pontefice ha riconosciuto le profondissime sofferenze subite dagli esiliati, che hanno conosciuto povertà, disprezzo ed esclusione, e ha invocato la grazia del perdono e la volontà di guardare con fiducia a un futuro di pace e riconciliazione.



