Nel corso della conferenza stampa durante il viaggio di rientro, Papa Leone ha affrontato i principali scenari geopolitici internazionali, ponendo l’accento sul ruolo dell’Italia e della Santa Sede nella promozione della pace. Dall’Ucraina al Medio Oriente, dal Libano al Venezuela, il Pontefice ha illustrato la visione diplomatica vaticana, fondata su dialogo, mediazione e pressione non violenta. Le parole di Papa Leone si inseriscono in un quadro internazionale instabile, segnato da conflitti armati, minacce ibride e tensioni diplomatiche globali.
Il ruolo dell’Italia e della Santa Sede nella crisi ucraina
Nel rispondere alle domande dei giornalisti, Papa Leone ha posto l’attenzione sul conflitto in Ucraina, sottolineando come l’Italia possa svolgere un ruolo decisivo nei tentativi di dialogo tra le parti. “Penso che il ruolo dell’Italia è molto importante, culturalmente e storicamente, per la capacità che ha di essere intermediaria in un conflitto esistente tra diverse parti, anche quello tra Russia e Ucraina”, ha affermato il Pontefice, indicando la Penisola come potenziale ponte di mediazione.

Papa Leone ha suggerito che la Santa Sede possa incoraggiare ogni iniziativa diplomatica utile a raggiungere “una giusta pace” e ha ricordato come il Vaticano abbia più volte chiesto un cessate il fuoco. Sul tema della guerra ibrida, il Papa ha riconosciuto la complessità della situazione: cyberattacchi, pressione energetica e la stagione invernale rendono lo scenario ancora più critico. Pur non partecipando direttamente ai grandi organismi militari, come la Nato, la Santa Sede continua a monitorare la situazione e a proporre soluzioni pacifiche.
Il Papa ha anche citato i piani iniziali di pace degli Stati Uniti, osservando come la presenza europea sia risultata determinante nel rivederne i contorni. Una riflessione che ribadisce la centralità del dialogo multilaterale, cifra costante della diplomazia promossa da Papa Leone.
Medio Oriente e America Latina: la diplomazia silenziosa di Papa Leone
Durante il recente viaggio in Libano, il Papa ha incontrato rappresentanti di vari gruppi coinvolti nei conflitti regionali, spiegando che l’approccio della Santa Sede resta quello del lavoro “dietro le quinte”. Alla domanda su un messaggio ricevuto da Hezbollah, Papa Leone ha confermato di averlo visionato, chiarendo che l’obiettivo è convincere tutte le parti “a lasciare le armi e la violenza” per sedersi a un tavolo negoziale.
Riguardo al Venezuela, il Pontefice ha descritto un quadro di forte incertezza, aggravato dalle oscillazioni delle posizioni americane e dal timore di un’operazione militare. In questo contesto, Papa Leone invoca “maniere di dialogo” e strumenti di pressione non violenta per tutelare il bene del popolo, che resta la prima vittima di ogni conflitto.
Le parole di Papa Leone confermano una linea diplomatica coerente: costruire ponti, difendere i più deboli e promuovere percorsi di pace realistica in un mondo che cambia.






