Roma, 20 agosto 2025 – A quattro anni dalla tragica scomparsa di Paolo Calissano, emergono nuove rivelazioni dal fratello Roberto, che gettano nuova luce sulle circostanze della morte dell’attore genovese, noto per le sue interpretazioni nelle serie televisive come Vivere e Vento di ponente. La sua morte, avvenuta il 29 dicembre 2021 a Roma, non sarebbe stata un incidente o un errore, ma una scelta consapevole, come spiega il fratello in un’intervista esclusiva.
La verità sulla morte di Paolo Calissano
Roberto Calissano ha dichiarato con fermezza che la morte di Paolo “non fu uno sbaglio, cercava la morte, non voleva più vivere”. L’attore sarebbe stato vittima di un profondo malessere psicologico, aggravato da una depressione che teneva nascosta anche ai familiari più stretti. A differenza delle ipotesi iniziali, dunque, non si tratterebbe di un’intossicazione accidentale da antidepressivi, bensì di un gesto volontario. Roberto ha sottolineato che Paolo aveva scelto questa via “anziché buttarsi sotto a un treno”, evidenziando la complessità della sua condizione psicofisica negli ultimi anni.
Tra successi, dipendenze e isolamento
Figlio di una famiglia di imprenditori genovesi, Paolo Calissano alternò una carriera ricca di successi tra cinema, televisione e teatro a momenti di grande difficoltà personale. Dopo gli studi negli Stati Uniti e una carriera promettente, l’attore fu coinvolto nel 2005 nella morte per overdose di una donna brasiliana nella sua abitazione di Genova, episodio che segnò un punto di svolta negativo nella sua vita. Calissano patteggiò una pena di quattro anni, scontata in una comunità di recupero, ma l’episodio compromise irreversibilmente la sua immagine pubblica e la sua carriera, portandolo a un isolamento progressivo.
Dopo quell’evento, Roberto ricorda come Paolo fosse “tormentato dai suoi demoni” e come il mondo dello spettacolo lo avesse in gran parte abbandonato. Solo qualche figura, come Maurizio Costanzo, tentò di offrirgli un sostegno concreto.
Il tradimento dell’amministratore di sostegno e il processo in corso
Un ulteriore dramma si è consumato negli ultimi anni con la vicenda legata a Matteo Minna, nominato amministratore di sostegno di Paolo Calissano. Roberto Calissano ha ammesso di aver presentato Minna al fratello, e ora si dice devastato dal senso di colpa per questa scelta. L’accusa nei confronti di Minna riguarda la sottrazione di circa 500 mila euro dall’attore, e il processo è attualmente in corso. “Lo consideravo come un terzo fratello, ma ci ha tradito”, ha affermato Roberto, rievocando un ulteriore tradimento nella difficile esistenza del fratello.
Le indagini sulla morte di Paolo Calissano avevano evidenziato un’intossicazione da un mix di psicofarmaci antidepressivi, confermata dagli esami tossicologici. L’ultimo contatto telefonico con la sua ex fidanzata risale alla sera del 29 dicembre 2021, poco prima che venisse trovato privo di vita nel suo appartamento alla Balduina.
