Operazione dalle prime lucci dell’alba a Palermo. La polizia ha arrestato Giuseppe Romagnolo, nuovo reggente di Cosa nostra. L’indagine rivela il forte coinvolgimento di imprenditori con l’organizzazione mafiosa.
La tensione mafiosa a Palermo, in particolare nel mandamento della Noce, sta crescendo in modo allarmante. Un’importante operazione della Polizia, scattata stamattina all’alba e condotta dalla Squadra mobile e dalla Sisco, ha portato all’arresto di 11 persone legate a Cosa nostra, tra cui spicca il nome di Carlo Castagna, un noto esponente del clan. Questa azione, disposta dalla Direzione distrettuale antimafia e guidata dal procuratore Maurizio de Lucia, ha visto la cattura anche di Giuseppe Romagnolo, considerato il nuovo reggente del mandamento mafioso, un insospettabile commerciante di calzature.
Un panorama inquietante
Le indagini, condotte per anni, hanno rivelato un panorama inquietante: commercianti e imprenditori si rivolgono ai mafiosi per risolvere controversie economiche. Una donna, in procinto di aprire una pizzeria, ha dichiarato: “Siete le uniche persone che riescono a risolvere tutti i problemi”. Questa frase mette in luce la percezione di una mafia che si sta insinuando sempre più nel tessuto sociale e commerciale della città. Tale fenomeno evidenzia una ripresa della fiducia nei confronti della mafia, un segnale preoccupante in un contesto in cui le forze dell’ordine hanno inflitto colpi significativi all’organizzazione.
La lotta interna al clan
Nel nuovo clan della Noce, oltre a Romagnolo, emergono figure di peso come Renzo Lo Nigro e Carlo Castagna, entrambi recentemente scarcerati. La loro opposizione alla nuova gestione è evidente; entrambi criticano il modo in cui Romagnolo gestisce gli affari, in particolare riguardo al traffico di droga e alle estorsioni. Castagna ha espresso malcontento, affermando che chi è al comando non ha il rispetto dovuto dagli altri membri del clan.
Rischio di escalation
L’operazione di oggi ha messo in luce non solo un cambio di leadership, ma anche una lotta interna al clan, con la vecchia guardia che desidera riprendere il controllo. Le estorsioni continuano a rappresentare un mezzo di controllo del territorio, mentre i mafiosi cercano di ristabilire il loro potere e di allargare i propri affari. Con l’arrivo di nuovi elementi nel panorama mafioso, come Luca Bellomo, marito di Lorenza Guttadauro, nipote di Matteo Messina Denaro, il rischio di un’escalation di violenza tra i gruppi rivali è concreto. La situazione a Palermo resta critica, e la mafia, pur indebolita, continua a cercare nuove opportunità per riaffermare la propria presenza sul territorio.






