Bologna, 26 novembre 2024 – Un’indagine condotta dai carabinieri di Modena ha portato all’arresto di 13 donne straniere accusate di aver utilizzato documenti di identità lituani falsificati per entrare e soggiornare illegalmente in Italia. L’operazione ha coinvolto anche 45 perquisizioni a carico di persone di origine georgiana, con l’ipotesi di reato che riguarda l’ingresso irregolare, il possesso e la fabbricazione di documenti falsi. Le donne, assunte come badanti, avrebbero inoltre usufruito indebitamente di ammortizzatori sociali.
Indagine e arresti a Modena: il ruolo delle badanti
Le 13 donne arrestate, tutte straniere, sono state successivamente liberate, ma restano al centro dell’inchiesta per l’utilizzo di documenti contraffatti. L’indagine ha evidenziato un sistema illecito che consentiva a persone extracomunitarie di accedere al mercato del lavoro nel settore dell’assistenza domiciliare, beneficiando di diritti sociali senza averne titolo. Le forze dell’ordine hanno documentato come le falsificazioni di carte d’identità comunitarie consentissero l’ottenimento del codice fiscale, passaggio chiave per l’assunzione e l’accesso ai servizi.
Operazione “GAIVLIS” a Udine: documenti falsi e favoreggiamento della clandestinità
Un caso analogo è stato scoperto a Udine nel luglio scorso nell’ambito dell’operazione “GAIVLIS” condotta dalla Polizia di Stato. Qui sono stati arrestati sette cittadini georgiani e denunciati altri sette per la produzione e la distribuzione di documenti falsi comunitari, oltre al favoreggiamento della permanenza illegale sul territorio nazionale. Le indagini hanno rivelato un sistema organizzato che, dietro pagamento di tariffe tra 300 e 1000 euro, forniva carte d’identità falsificate di paesi Ue come Slovacchia, Lettonia e Polonia, permettendo a donne di origine georgiana di accedere al lavoro come badanti e godere di benefici sociali.
Durante le perquisizioni a Udine, è stato sequestrato un immobile usato per ospitare clandestini, e sono stati trovati documenti falsi e somme di denaro ritenute provento dell’attività illecita. Le autorità proseguono le indagini per smantellare la rete criminale che sfrutta documenti contraffatti per facilitare l’ingresso irregolare e l’impiego illegale nel settore dell’assistenza familiare.
