Blitz coordinato in 11 province, smantellato il gruppo criminale: sequestrate armi, droga e denaro falso. Scoperta faida interna e racket imposto a locali notturni.
Catania, 27 giugno 2025 – Un imponente blitz antimafia è in corso da questa mattina a Catania e in altre province italiane contro il clan dei “Cursoti milanesi”, una delle cosche storicamente radicate nel capoluogo etneo. L’operazione, denominata “Cerbero”, vede l’impiego di oltre 200 carabinieri del comando provinciale di Catania, supportati da reparti specializzati come la compagnia di intervento operativo del XII reggimento Sicilia, lo squadrone eliportato Cacciatori di Sicilia, e i nuclei Elicotteri e Cinofili.
Ordinanza cautelare per 21 indagati
L’attività investigativa ha portato all’esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 21 presunti affiliati al clan. Il provvedimento è stato emesso dal Gip su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Catania. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di reati gravi quali associazione mafiosa, estorsione, traffico di sostanze stupefacenti o psicotrope, nonché detenzione e porto illegale di armi da sparo in concorso. È contestata anche l’aggravante del metodo mafioso, che sottolinea la natura e la modalità organizzata delle attività criminali della cosca.
L’operazione, che si sta svolgendo contemporaneamente non solo a Catania ma anche nelle province di Agrigento, Benevento, Cosenza, Enna, Lecce, Reggio Calabria, Salerno, Siracusa, Verbano-Cusio-Ossola e Voghera, rappresenta un duro colpo contro l’organizzazione mafiosa. Le indagini hanno fatto emergere una violenta faida interna al clan, scaturita dopo la morte del capo storico Rosario Pitarà nel dicembre 2020, tra le fazioni guidate da Carmelo Distefano e dai fratelli Giuseppe e Alfio Cristian Licciardello.
Faida interna e richiesta di pizzo
L’indagine ha inoltre svelato modalità di intimidazione e violenza utilizzate per consolidare il controllo sul territorio e le attività illecite. Particolarmente significativo è stato il caso di una discoteca del porto di Catania, dove il clan ha imposto il pagamento di un “pizzo” che inizialmente ammontava a 200 euro a serata, e successivamente è raddoppiato a 400 euro. Per far rispettare questa estorsione, gruppi composti da decine di giovani affiliati hanno compiuto assalti violenti alla discoteca, arrivando a sfondare la porta d’ingresso e aggredire i responsabili della sicurezza, coinvolgendo anche fino a 50 persone per volta.
Nel corso delle indagini, i carabinieri hanno sequestrato armi da fuoco, diverse tipologie di sostanze stupefacenti – tra cui cocaina, hashish e marijuana – e numerose banconote false da 20 euro pronte per essere immesse nel circuito economico illegale.
Dettagli ulteriori sull’operazione saranno forniti durante la conferenza stampa prevista alle 10.45 nella sala riunioni della Procura di Catania a Palazzo di Giustizia.





