Palermo, 26 novembre 2025 – La Procura Generale della Cassazione ha espresso pesanti riserve sul ricorso presentato dalla Procura di Palermo contro l’assoluzione del ministro Matteo Salvini nel processo Open Arms. Nel documento di 46 pagine, depositato in vista dell’udienza dell’11 dicembre, la Procura Generale sottolinea come la semplice citazione del caso Diciotti, che vide il Governo condannato a risarcire migranti soccorsi in mare e impediti di sbarcare, non sia sufficiente a motivare il ricorso penale contro Salvini, assolto dal tribunale di Palermo nel dicembre 2024.
La memoria della Procura Generale e le criticità del ricorso
La Procura Generale evidenzia che i richiami alla sentenza Diciotti sono “pertinenti e pienamente condivisibili” esclusivamente per l’applicazione dei principi di diritto, ma “insufficienti a coprire la complessità della verifica degli elementi costitutivi del reato contestato” a Salvini. In particolare, la memoria rileva che i pm di Palermo non hanno fornito argomentazioni né prove in sede d’impugnazione circa la “volontà del ministro di privare della libertà personale i migranti a bordo della nave Open Arms“.
Il ricorso della Procura di Palermo, presentato a luglio 2025 tramite un procedimento per cassazione “per saltum”, contesta l’assoluzione di Salvini per i reati di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio, in relazione al divieto di sbarco imposto a un gruppo di migranti soccorsi nel Mediterraneo dalla nave dell’ONG spagnola Open Arms nell’agosto 2019. La Procura aveva ritenuto che la sentenza di primo grado contenesse errori giuridici e interpretativi delle leggi nazionali e delle convenzioni internazionali.
Il contesto e l’attività di Open Arms
Proactiva Open Arms, ONG spagnola fondata nel 2015, è impegnata in operazioni di ricerca e soccorso in mare, salvando migliaia di persone in fuga da conflitti e povertà, in particolare nel Mediterraneo centrale. L’organizzazione ha affrontato numerosi ostacoli, tra cui divieti di ingresso in porti italiani e sequestri delle proprie navi da parte delle autorità, come nel caso del sequestro avvenuto a Pozzallo nel 2018. Open Arms ha salvato oltre 70.000 vite dal 2015 e continua a operare con missioni di soccorso e corridoi umanitari, come quello verso Gaza.
Nel procedimento giudiziario contro Salvini, il nodo centrale riguarda proprio la gestione dell’accesso in porto e la libertà personale dei migranti soccorsi. La Procura Generale osserva che non è stata dimostrata la volontà criminale del ministro di trattenere illegalmente queste persone, elemento fondamentale per la configurazione del reato di sequestro di persona.
Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti nel governo Meloni dal 2022, ha già ricoperto in passato la carica di ministro dell’Interno e vicepresidente del Consiglio nel governo Conte I fino al 2019, periodo in cui si sono verificati i fatti oggetto del processo.
L’udienza dell’11 dicembre sarà l’occasione in cui il Procuratore Generale illustrerà le motivazioni della memoria, che, pur non contenendo formalmente una richiesta di rigetto, lascia intendere forti dubbi sulla fondatezza del ricorso presentato dalla Procura di Palermo. La vicenda resta uno dei casi giudiziari più rilevanti e controversi legati alla gestione dell’immigrazione e del soccorso in mare negli ultimi anni in Italia.




