Nuovi sviluppi nel caso dell’omicidio di Yara Gambirasio: per la prima volta, il Tribunale di Bergamo ha autorizzato la difesa di Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo in via definitiva per l’uccisione della 13enne, ad accedere al profilo genetico della vittima e a tutti quelli raccolti durante le indagini, circa 25mila in totale. Si tratta dei dati che furono analizzati per identificare “Ignoto 1”, il nome attribuito inizialmente al profilo genetico individuato sulla scena del crimine. Oltre a questi, gli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini potranno consultare anche le fotografie in alta definizione degli indumenti indossati dalla vittima.
Un via libera atteso da anni
L’autorizzazione arriva sei anni dopo la richiesta presentata dalla difesa e rende finalmente esecutivo un provvedimento risalente al 27 novembre 2019 della Corte d’Assise. “Ci siamo arrivati molto lentamente, ci sono voluti ‘solo’ sei anni. Qualcuno direbbe: ‘Eppur si muove’… Potrebbe essere un primo passo verso la revisione”, ha commentato l’avvocato Salvagni ai microfoni di Fanpage.it.
Le nuove possibilità offerte dall’accesso ai dati
Il provvedimento firmato il 17 giugno, il cui contenuto è stato reso noto da Adnkronos, impone alla polizia giudiziaria di acquisire i materiali conservati presso il Ris di Parma e la Polizia Scientifica della Lombardia entro 30 giorni. Si tratta di documenti che, secondo lo stesso Tribunale, non erano stati acquisiti al fascicolo dibattimentale e che sono ritenuti di “potenziale novità della prova”. Tra i materiali concessi figurano il dvd con tutte le immagini fotografiche in alta risoluzione dei reperti, e i risultati completi delle analisi genetiche eseguite – comprese le tracce e i campioni di riferimento, anche anonimi – su qualsiasi supporto, cartaceo o digitale.
Caso Yara, l’obiettivo della difesa di Bossetti è rivedere la “prova regina”
L’intenzione della difesa di Bossetti è di riesaminare soprattutto gli slip di Yara, su cui fu rilevata la traccia genetica mista contenente il DNA della vittima e quello attribuito a Ignoto 1. Secondo i legali, le immagini ad alta risoluzione potrebbero evidenziare nuove aree di interesse da approfondire con eventuali analisi dirette. Attenzione sarà rivolta anche ai leggings indossati da Yara il giorno della scomparsa, il 26 novembre 2010, e al giubbotto ritrovato accanto al suo corpo tre mesi dopo nel campo di Chignolo d’Isola.
L’analisi degli elettroferogrammi e il “mezzo DNA”
Un altro elemento ritenuto cruciale dalla difesa sarà l’analisi degli elettroferogrammi, ovvero i grafici prodotti durante l’elaborazione dei dati genetici. Gli avvocati puntano a rilevare eventuali anomalie, picchi trascurati o incoerenze che possano mettere in discussione l’affidabilità della traccia 31G20, quella che ha portato all’identificazione di Bossetti. “Si tratta – afferma la difesa – di decine di migliaia di grafici da studiare, ma riteniamo che potrebbero riscrivere il risultato”. Da sempre, i legali contestano il fatto che la corrispondenza sia stata individuata solo sul DNA nucleare, mentre quello mitocondriale non coinciderebbe con quello di Bossetti. “È stato chiesto un atto di fede”, ha dichiarato l’avvocato Salvagni in aula, sottolineando che fino a oggi la difesa non ha mai avuto accesso diretto a quei dati.
Una nuova possibile strada verso la revisione del processo sull’omicidio di Yara
La 13enne Yara Gambirasio era scomparsa il 26 novembre 2010 a Brembate di Sopra, in provincia di Bergamo, e il suo corpo fu ritrovato il 26 febbraio 2011. Bossetti è stato condannato in via definitiva nel 2018 ed è attualmente detenuto nel carcere di Bollate. Con questo nuovo accesso ai dati genetici, la difesa potrebbe ora puntare a una richiesta di revisione del processo, fondando le proprie argomentazioni su elementi mai analizzati nel merito durante i dibattimenti.