Nuovo sviluppo nel processo per l’omicidio di Sharon Verzeni, la 34enne uccisa a coltellate la notte tra il 29 e il 30 luglio 2024 a Terno d’Isola. In aula, Moussa Sangare, il 31enne di Suisio accusato del delitto, ha ritrattato la sua confessione iniziale, negando di essere l’autore dell’omicidio e dichiarandosi solo testimone dei fatti.
Moussa Sangare nega l’omicidio di Sharon Verzeni e ribadisce la propria versione
Davanti alla Corte d’Assise di Bergamo, Sangare ha raccontato di essere passato in bicicletta e di aver visto Sharon litigare con un altro uomo, affermando di aver evitato di intervenire e di essersi allontanato. “Ho accelerato e sono andato via – ha detto – poi, preso dalla paranoia, mi sono liberato dei vestiti e del coltello”, ma ha negato di aver colpito la donna, sostenendo che la sua confessione fosse frutto di stress e della speranza di essere rilasciato. In particolare, ha sottolineato che le telecamere lo riprendono mentre passa, ma non mentre colpisce la vittima, e ha espresso perplessità sulle tracce di DNA di Sharon trovate sulla sua bicicletta.
L’avvocato Giacomo Maj, difensore di Sangare, ha confermato che il suo assistito ha ribadito in aula quanto già sostenuto nelle ultime udienze, ossia la sua posizione di testimone e non di autore del delitto.
Parole del padre della vittima e aggiornamenti sul percorso giudiziario
All’uscita dal tribunale, Bruno Verzeri, padre di Sharon, ha espresso il suo profondo rammarico per il comportamento di Sangare: “Pur avendone avuta tutta la possibilità, non ha voluto chiedere scusa, ma ha preferito dire che non è lui il colpevole. Questo ci fa molto male. Noi vogliamo solo che si faccia giustizia, ma abbiamo constatato che non ha nessun rimorso”.
Parallelamente al processo per l’omicidio, Moussa Sangare è stato condannato a 3 anni e 8 mesi per maltrattamenti nei confronti della madre e della sorella, reato risalente al 2019 e al maggio 2024. La sentenza, emessa dal Tribunale di Bergamo in abbreviato, si basa anche sulla perizia della dottoressa Valentina Stanga, che ha stabilito la capacità di intendere e volere di Sangare, confermata anche dal consulente del pm. La difesa, invece, aveva sostenuto l’incapacità di intendere e volere, ma senza successo.

