Milano, 2 luglio 2025 – La Corte d’Assise di Milano ha emesso una sentenza di condanna a 27 anni di reclusione per Daniele Rezza, ritenuto colpevole dell’omicidio di Manuel Mastrapasqua, il 31enne ucciso con una coltellata a Rozzano lo scorso ottobre per un paio di cuffie wireless dal valore di pochi euro. La decisione ha superato la richiesta della Procura di Milano che aveva chiesto una pena di 20 anni.
Rezza ha chiesto perdono
L’omicidio è avvenuto nella notte tra il 10 e l’11 ottobre 2024 in viale Romagna a Rozzano, alle porte di Milano. Mastrapasqua, di 31 anni, stava tornando a casa dal lavoro quando è stato aggredito da Rezza, allora 19enne, con un coltello da cucina. L’aggressore ha strappato le cuffie wireless al collo della vittima, che ha reagito, e in seguito è stato colpito da un fendente al torace che si è rivelato fatale.
Nel corso del processo, Rezza ha chiesto perdono alla famiglia della vittima, dichiarando di non aver avuto intenzione di uccidere, ma solo di rapinare Mastrapasqua. Tuttavia, la madre della vittima ha negato questa ricostruzione in aula. La consulenza genetica ha escluso la presenza di DNA di Mastrapasqua sotto le unghie del giovane, smentendo la tesi di una reazione difensiva da parte della vittima.
Aggravanti ridimensionate e attenuanti riconosciute
La Corte, presieduta dai giudici togati Antonella Bertoja e Sofia Fioretta, ha condannato a 27 anni di reclusione il ventenne Rezza, ritenuto colpevole di omicidio volontario e rapina. I magistrati hanno applicato la “continuazione” tra i due reati e hanno escluso una delle tre aggravanti originariamente contestate, ovvero il nesso teleologico tra l’omicidio e la rapina, elemento che avrebbe potuto rafforzare ulteriormente la gravità dell’imputazione.
Nel dispositivo si legge che, pur mantenendo le aggravanti relative all’orario notturno e ai motivi abietti e futili, queste sono state bilanciate dal riconoscimento delle attenuanti generiche, con un giudizio di equivalenza. La Procura, nella sua requisitoria, aveva invece richiesto una condanna a 20 anni, proponendo l’esclusione di tutte le aggravanti e il riconoscimento delle attenuanti generiche.
Il rischio dell’ergastolo e il risarcimento ai familiari
Con tutte le aggravanti confermate, e in particolare quella del nesso tra rapina e omicidio, Rezza avrebbe rischiato l’ergastolo. I giudici, oltre alla pena detentiva, hanno stabilito che l’imputato dovrà risarcire i familiari della vittima, Manuel, con cifre provvisionali immediatamente esecutive comprese tra i 70mila e i 150mila euro. L’ammontare definitivo sarà stabilito in sede civile.
Le motivazioni della sentenza
Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni, come previsto dalla legge. Saranno cruciali per comprendere nel dettaglio le ragioni che hanno portato la Corte a escludere il nesso teleologico tra i due reati e a concedere all’imputato le attenuanti generiche.






