Roma, 12 novembre 2025 – Si è svolta ieri la prima udienza del processo con giudizio immediato nei confronti di Mark Antony Samson, accusato dell’omicidio di Ilaria Sula, la studentessa di 22 anni originaria di Terni, il cui corpo è stato ritrovato lo scorso marzo all’interno di una valigia in un’area boschiva nei pressi di Roma. Al termine dell’udienza, il padre della vittima, Flamur Sula, ha dichiarato con fermezza: “Vogliamo giustizia, certo, chi non la vorrebbe”.
La prima udienza e le parole della famiglia

Flamur Sula, padre di Ilaria, ha mostrato una grande dignità di fronte all’imputato, che ha confessato l’omicidio durante le indagini. L’avvocato della famiglia, Francesco Sforza, ha sottolineato la forza e la civiltà dimostrate dai genitori della giovane, definendoli un esempio in un momento così difficile: “Sono stati veramente delle persone di una civiltà assoluta, a un metro da una persona che ha fatto quello che ha fatto. Qui abbiamo avuto la dimostrazione di un dolore e una civiltà infinite”. L’avvocato ha anche ricordato il ruolo di vicinanza dell’Università La Sapienza, dove Ilaria studiava statistica, e l’importanza del sostegno da parte di numerose associazioni impegnate nella lotta contro la violenza di genere.
Nel corso dell’udienza è stata ribadita la necessità di non considerare il femminicidio come una tragica normalità: “Il femminicidio non deve diventare normalità”, ha affermato Sforza. Per i genitori di Ilaria, benché la vera giustizia non potrà mai cancellare il dolore, è fondamentale che il processo giunga a una conclusione che faccia luce sulla vicenda. La prossima udienza è stata fissata nell’aula bunker del carcere di Rebibbia per il 9 dicembre.
Il caso e le indagini: la tragica scoperta e la confessione
Il corpo di Ilaria Sula era stato rinvenuto all’alba del 26 marzo scorso in un valigione abbandonato in un dirupo nei pressi di Roma. La 22enne era scomparsa il 25 marzo dall’abitazione dove viveva nel quartiere Furio Camillo. Le indagini, condotte dalla squadra mobile di Roma e dal commissariato San Lorenzo, si sono concentrate fin da subito sull’ex fidanzato 23enne, Mark Antony Samson, che ha confessato l’omicidio e ha indicato il luogo del ritrovamento del corpo.
Secondo quanto emerso, l’aggressione sarebbe avvenuta nella casa di via Homs, nel quartiere Africano, alla presenza dei genitori del giovane, che al momento non risultano indagati. Il coltello utilizzato per l’omicidio è stato gettato in un cassonetto nel quartiere Monte Sacro, mentre il telefono della vittima è stato gettato in un tombino, ma entrambi non sono stati ancora ritrovati.
Ilaria frequentava l’Università La Sapienza di Roma e, prima della scomparsa, aveva inviato messaggi sospetti dal suo cellulare, che secondo la famiglia potrebbero non essere stati scritti da lei. La rettrice Antonella Polimeni ha definito il caso un “atroce e brutale femminicidio”, esprimendo vicinanza alla famiglia e all’intera comunità studentesca.
Il fratello di Ilaria, Leon, ha espresso la sua rabbia e il dolore per la perdita della sorella: “Non capiamo perché l’ha fatto, lo sa solo lui”, ha detto, ricordando l’ultimo incontro con Ilaria, serena e ignara del tragico destino che l’attendeva.
Il caso di Ilaria Sula si inserisce in un drammatico quadro nazionale di femminicidi in aumento, con numerose iniziative di sensibilizzazione e mobilitazioni studentesche nel Lazio per chiedere maggiori interventi contro la violenza di genere.
Fonte: Marco Vesperini - Ilaria Sula, il padre Flamur all'uscita della prima udienza: "Vogliamo giustizia"






