Continua a tenere banco il caso dell’omicidio di Vittorio Boiocchi, ex capo ultras dell’Inter, con nuove rivelazioni e smentite che scuotono l’ambiente della curva Nord e non solo. Al centro dell’attenzione resta Marco Ferdico, ex leader ultrà arrestato e accusato di essere parte integrante di questa intricata vicenda criminale.
La smentita della moglie di Marco Ferdico: “Non è un pentito”
In queste ore, si è diffusa la notizia di un presunto pentimento di Ferdico, che avrebbe confessato dettagli su una rapina armata compiuta con Daniel D’Alessandro Bellebuono. Tuttavia, la moglie di Ferdico, Aurora Simoncini, ha categoricamente negato qualsiasi collaborazione con la giustizia da parte del marito. In un messaggio social, ha dichiarato che Marco “non sta collaborando e non collaborerà mai”, precisando che si trova detenuto in regime di alta sicurezza nel carcere di Rovigo. La signora Simoncini ha sottolineato che ammettere alcune colpe durante gli interrogatori non equivale a pentirsi e collaborare con la giustizia, ma rappresenta semplicemente una presa di responsabilità.
Anche gli avvocati difensori di Ferdico, Mirko Perlino e Jacopo Cappetta, hanno diffuso una nota ufficiale in cui smentiscono categoricamente le voci sulla collaborazione con lo Stato, definendole “false e prive di fondamento”.
Le connessioni tra ultras, ‘ndrangheta e il delitto Boiocchi
L’inchiesta, riportata anche dal giornalista Massimo Giletti, ha evidenziato come la curva Nord dell’Inter sia stata influenzata da dinamiche criminali legate alla ‘ndrangheta calabrese. La presenza di Antonio Bellocco, rampollo della cosca di Rosarno ucciso con 21 coltellate, testimonia questo legame. Bellocco era stato portato a Milano da Ferdico per rafforzare il controllo della Nord contro i rivali, tra cui gli Hammerskin, gruppo di estrema destra con legami criminali.
Il coinvolgimento di personaggi legati alla ‘ndrangheta emerge anche dalla zona di Soriano Calabro, dove Ferdico si era trasferito temporaneamente per motivi sportivi e dove la famiglia della moglie Aurora Simoncini ha radici. Indagini hanno rivelato che alcuni esponenti locali, come Filippo Monardo, consigliere comunale ed esponente vicino alla criminalità organizzata, avrebbero avuto un ruolo nel tessuto di relazioni tra ultras e ‘ndrangheta.
Le indagini proseguono, confermando un quadro complesso dove la criminalità organizzata si intreccia con il mondo ultras, alimentando una spirale di violenza che ha segnato profondamente la curva Nord e il calcio milanese.






