Milano, 21 settembre 2025 – Nuovi dettagli emergono sull’omicidio di Hayati Hayim Aroyo, il sessantaduenne italo-turco ritrovato morto e semi carbonizzato lo scorso 23 luglio in un appartamento di Sesto San Giovanni. La vicenda, che ha scosso l’hinterland milanese, vede ora tre arresti con accuse di omicidio aggravato e rapina. Il movente, legato a dinamiche di droga, sesso e ricatti, si allontana da ipotesi di matrice mafiosa.
L’omicidio e le indagini
Secondo la ricostruzione della Squadra mobile di Milano, coordinata dal pm Marco Giovanni Santini, Aroyo è stato ucciso con almeno trenta coltellate. Il suo corpo è stato poi cosparso di candeggina e dato alle fiamme nell’appartamento in via Umberto Fogagnolo 130, che non gli apparteneva ma era stato temporaneamente concesso da uno studente fuori città. La vittima, cognato di Hüseyin Saral, boss della mala anatolica assassinato nel 2005 a Crotone, era incensurato e non risultano collegamenti diretti tra i due omicidi, sebbene in casa fossero conservati ritagli di giornale relativi a quell’episodio.
Le indagini hanno smascherato un piano studiato da una coppia di trentaseienne e trentottenne di Busto Arsizio, Valentina Peroni ed Emanuele Paganini, insieme a un loro amico albanese, Elvis Simoni, autore materiale del delitto. La donna ha distratto Aroyo, aprendo la porta per far entrare Simoni, che ha infierito con i fendenti e appiccato l’incendio per occultare le tracce. Paganini faceva da “palo” fuori dall’abitazione.
Il movente di Valentina Peroni: un video erotico e festini a base di cocaina
Gli investigatori evidenziano che l’omicidio non è riconducibile alla criminalità organizzata, bensì a frequentazioni legate a festini con cocaina organizzati da Aroyo. Un video hard, in cui la donna è ripresa con un altro uomo, rappresentava il movente principale: Simoni temeva che il filmato potesse essere diffuso, compromettendo la donna. Per questo motivo era deciso a eliminare Aroyo.
Dopo il delitto, i tre hanno sottratto denaro, carte di credito, un tablet e un cellulare dalla vittima. L’uso fraudolento delle carte ha permesso di rintracciare i responsabili, che avevano tentato acquisti e scommesse in locali vicini. Nelle intercettazioni, Peroni rivela una freddezza inquietante: “Avevo paura di provare pietà, ma non l’ho provata… quando guardavo era per vedere se provavo qualcosa, ma nulla”.
La complessa vicenda di droga, sesso e ricatti ha così portato alla soluzione di un caso che sembrava inizialmente avvolto dal mistero, con un’azione criminale fredda e premeditata che ha sconvolto la zona di Sesto San Giovanni e Milano.






