Olbia, 18 agosto 2025 – Un nuovo episodio drammatico riaccende il dibattito sull’uso del taser in Italia. Sabato scorso, Gianpaolo Demartis, un uomo di 57 anni di Sassari, è stato fermato a Olbia da una pattuglia dei Carabinieri con l’impiego di uno strumento elettrico che ha provocato il suo decesso durante il trasporto in ambulanza verso l’ospedale. La vicenda ha aperto un’inchiesta da parte della procura di Tempio Pausania e sollevato critiche sulla legittimità e sicurezza di questo tipo di intervento.
La denuncia del Garante per i detenuti: “Il taser è uno strumento di tortura legalizzata”
La garante per i detenuti della Sardegna, Irene Testa, ha espresso su Facebook una dura condanna verso l’uso del taser, definendolo “uno strumento di tortura legalizzata”. Nel suo post, ha richiamato l’attenzione sulle conseguenze fisiche e psicologiche che le scariche elettriche possono provocare, citando il recente caso del 57enne e ricordando che solo pochi mesi fa un altro giovane di 30 anni era morto in circostanze analoghe. La garante ha sottolineato come l’impiego di simili metodi per contenere il disagio umano sia inaccettabile, vista la possibilità di effetti devastanti, incluso l’arresto cardiaco.
Matteo Salvini difende l’uso del taser
A rispondere pubblicamente alla vicenda è stato il ministro dei Trasporti e vicepremier, Matteo Salvini, che ha voluto tutelare l’operato dei Carabinieri coinvolti. Su Facebook ha scritto che non bisogna “prendersela coi Carabinieri”, i quali hanno agito “difendendo sé stessi e i cittadini aggrediti”, svolgendo semplicemente il proprio dovere. Salvini ha ribadito la necessità di sostenere le forze dell’ordine in situazioni di emergenza e pericolo, sottolineando la complessità di gestire simili episodi.
Disposta l’autopsia di Gianpaolo Demartis
È stata fissata per la tarda mattinata di giovedì 21 agosto l’autopsia sul corpo di Gianpaolo Demartis. L’esame autoptico è stato disposto dal procuratore della Repubblica di Tempio Pausania, Gregorio Capasso, che coordina le indagini. L’obiettivo della procura è accertare con precisione le cause del decesso. Parallelamente, sono già stati avviati e restano in corso approfonditi accertamenti per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti.
Indagati i carabinieri che hanno usato il taser
La Procura di Tempio Pausania ha iscritto nel registro degli indagati due carabinieri con l’accusa di omicidio colposo, in relazione alla morte di Gianpaolo Demartis, 57 anni. L’uomo è deceduto per arresto cardiaco sabato sera, poco dopo essere stato bloccato con l’uso del taser durante un intervento delle forze dell’ordine ad Olbia, nel quartiere di Santa Mariedda.
L’iscrizione a carico dei militari – il capo pattuglia e il collega che ha impugnato l’arma elettrica – viene definita un atto dovuto, necessario all’avvio delle indagini. Il procuratore Gregorio Capasso ha disposto l’apertura di un fascicolo e l’esecuzione dell’autopsia sul corpo della vittima.
L’inchiesta si sviluppa su due fronti: da un lato chiarire le cause precise del decesso, considerando anche che i familiari hanno riferito come Demartis fosse cardiopatico, dall’altro ricostruire con esattezza la dinamica dei fatti che hanno portato all’intervento dei carabinieri e al successivo malore fatale.






