Olbia, 25 agosto 2025 – La Procura di Tempio Pausania, in provincia di Olbia, ha chiarito le cause della morte di Gianpiero Demartis, 57 anni, avvenuta lo scorso 16 agosto durante un intervento dei carabinieri nel quartiere Santa Mariedda di Olbia. Contrariamente alle prime ipotesi, il decesso non è attribuibile all’utilizzo del taser, ma a un complicato quadro clinico.
L’esito dell’autopsia: non è stato il taser a causare la morte
Dopo la conclusione delle operazioni autoptiche, il consulente della Procura, il dottor Salvatore Lorenzoni, ha evidenziato che la morte di Demartis è da ricondurre a uno scompenso cardiaco legato a una cardiopatia ischemica preesistente, aggravata dalla presenza di uno stent coronarico. L’autopsia ha inoltre rilevato una emorragia subaracnoidea e un edema cerebrale, elementi che hanno contribuito al decesso e che sono riconducibili sia a un trauma cranico subito dall’uomo sia a un aumento della pressione arteriosa, presumibilmente correlato all’assunzione di sostanze stupefacenti e al suo stato di agitazione psicomotoria.
Nei prossimi giorni si attendono i risultati degli esami tossicologici che chiariranno la natura delle sostanze assunte da Demartis. Durante l’autopsia sono stati effettuati rilievi fotografici e prelievi di liquidi e tessuti per approfondire ogni dettaglio della vicenda.
I fatti e l’intervento dei carabinieri
La sera del 16 agosto, Gianpiero Demartis, originario di Bultei ma residente tra Sassari e Olbia, si trovava in evidente stato di alterazione mentre aggrediva alcuni residenti del quartiere Santa Mariedda. I cittadini hanno prontamente chiamato le forze dell’ordine. All’arrivo dei carabinieri del reparto operativo di Olbia, Demartis si è mostrato irremovibile nel suo comportamento aggressivo, arrivando a colpire al volto uno dei militari. A quel punto, i carabinieri hanno fatto ricorso al taser per immobilizzarlo, come previsto dai protocolli operativi, e hanno allertato immediatamente il 118.
Nonostante l’intervento tempestivo, l’uomo è deceduto circa 40 minuti dopo, durante il trasporto in ambulanza verso l’ospedale.
La posizione degli indagati e le richieste del sindacato dei carabinieri
I due militari coinvolti nell’intervento – il capo scorta ferito e il collega che ha utilizzato il taser – sono stati iscritti nel registro degli indagati per chiarire ogni aspetto dell’accaduto. Il Sindacato Indipendente Carabinieri (SIC) ha nominato come consulente il dottor Francesco Serra, dirigente medico della Asl di Sassari, che ha assistito all’autopsia. La famiglia di Demartis, invece, non ha ancora nominato propri consulenti.
Parallelamente, il SIC ha avanzato la richiesta ai Ministeri dell’Interno e della Difesa di aggiornare la dotazione strumentale dei carabinieri, proponendo la sostituzione del modello attuale di taser X2 con il più moderno modello X10. In un comunicato ufficiale, il sindacato ha sottolineato la necessità di garantire agli operatori strumenti sempre più sicuri e all’avanguardia, respingendo inoltre con fermezza ogni tentativo di delegittimare le forze di polizia e il loro ruolo fondamentale nel mantenimento dell’ordine pubblico e della sicurezza dei cittadini.






