Bologna, 16 settembre 2025 – La Corte d’appello di Bologna ha respinto tutte le eccezioni presentate dalla difesa di Serhii Kuznietsov, l’ex militare ucraino accusato di aver partecipato al sabotaggio dei gasdotti Nord Stream 1 e 2 nel settembre 2022. I giudici hanno così confermato la decisione di consegnare Kuznietsov alla Germania, che ne ha richiesto l’estradizione.
La decisione della Corte e le eccezioni respinte
Tra le eccezioni sollevate dall’avvocato difensore Nicola Canestrini vi era la richiesta di riconoscere a Kuznietsov l’immunità funzionale in quanto soldato che avrebbe eseguito ordini nell’ambito di un’operazione militare. La Corte ha però sottolineato che “non risulta da alcun elemento indicato dallo Stato richiedente che il danneggiamento dei gasdotti Nord Stream sia stato compiuto nell’ambito di un’operazione militare dell’esercito ucraino”, e ha evidenziato che il sabotaggio è avvenuto “fuori dal teatro di guerra, in un Paese terzo e in acque internazionali, arrecando danno anche alla Germania, Stato non coinvolto nel conflitto”.
Inoltre, è stato respinto il principio del ne bis in idem, invocato dalla difesa sulla base di un’archiviazione disposta dalla Danimarca per fatti analoghi. La Corte ha definito tale notizia “generica e priva di riferimenti specifici all’imputato”. Infine, è stato escluso anche il rischio di trattamenti inumani o degradanti durante la detenzione in Germania, dopo aver acquisito rassicurazioni dalle autorità tedesche.
Il contesto dell’arresto e le vicende processuali
Serhii Kuznietsov, 49 anni, ex capitano dell’esercito ucraino e membro dell’unità d’élite SBU, è stato arrestato in Italia lo scorso 21 agosto mentre si trovava in vacanza nei pressi di Rimini. L’uomo è accusato di essere stato il comandante della barca a vela “Andromeda” utilizzata nella missione di sabotaggio ai gasdotti Nord Stream, che ha provocato l’esplosione di tre delle quattro condotte, causando danni ambientali significativi.
Durante le udienze, Kuznietsov ha negato ogni coinvolgimento e ha rifiutato l’estradizione in Germania, dichiarando di voler leggere le accuse nella sua lingua madre. La difesa ha sostenuto la tesi di un’operazione militare legittima, citando inchieste giornalistiche internazionali che parlano di un’azione orchestrata dall’esercito ucraino, ma la Corte ha escluso che tale circostanza sia dimostrata nel fascicolo tedesco.






