Roma, 20 agosto 2025 – Il Tribunale di Siracusa ha emesso una sentenza significativa che condanna il Ministero dell’Istruzione e l’Ufficio scolastico provinciale per aver negato il trasferimento richiesto da un professore, che intendeva spostarsi da Siracusa a Messina per assistere i genitori disabili, in base alle disposizioni previste dalla Legge 104/1992. La decisione dei giudici riafferma l’importanza del diritto all’assistenza per i disabili, sottolineando come gli uffici scolastici non possano applicare in modo restrittivo questa normativa.
Il caso del professore e la Legge 104/1992
La Legge 104, emanata il 5 febbraio 1992, tutela i diritti delle persone con disabilità e di coloro che li assistono, garantendo agevolazioni lavorative tra cui la possibilità di scegliere la sede di lavoro più vicina al domicilio della persona assistita. Nel caso in questione, il professore aveva richiesto il trasferimento per poter assistere i genitori, ma l’Ufficio scolastico provinciale aveva rigettato la domanda per motivi formali, ritenendo decaduto il diritto alla priorità legata alla legge 104 in assenza di un ordine specifico nella scelta della sede.
Il tribunale ha invece stabilito che “non vi è alcuna preclusione nell’aver indicato il Comune di Messina come ottava scelta anziché come terza”, evidenziando che il contratto collettivo non impone vincoli sull’ordine delle preferenze successive alla prima. Questo principio mira a evitare interpretazioni restrittive che limitano illegittimamente un diritto soggettivo fondamentale.
Implicazioni della sentenza e tutela dei diritti dei lavoratori
L’avvocato Santi Delia, che ha rappresentato il docente, ha definito la sentenza una “decisione interpretativa molto importante”, poiché contrasta le decisioni arbitrarie di diversi uffici scolastici e riafferma la tutela prevista dalla legge 104, che stabilisce che chi assiste un parente con disabilità ha diritto a scegliere la sede lavorativa più vicina al domicilio dell’assistito e non può essere trasferito senza consenso.
La normativa prevede anche permessi mensili retribuiti per assistere familiari con disabilità e riconosce tutele specifiche, come la priorità nel lavoro agile, al fine di garantire l’integrazione sociale e lavorativa di chi si prende cura di persone con disabilità. La sentenza del tribunale di Siracusa rafforza dunque questo quadro normativo, sottolineando che tali diritti devono essere applicati con flessibilità e nel pieno rispetto della legge.






