Lampedusa, 3 settembre 2025 – È giunta questa mattina nel porto di Lampedusa la nave ONG Aurora Sar, con a bordo 41 migranti soccorsi nel Canale di Sicilia. Tra loro, cittadini provenienti da Eritrea, Etiopia, Malesia e Sudan, che hanno attraversato il Mediterraneo a bordo di un gommone partito da Zuara, in Libia, la sera del 27 agosto. La destinazione dell’attracco è stata assegnata per garantire la sicurezza della navigazione e la tutela delle persone a bordo.
Sette migranti dispersi in mare durante la traversata
Secondo le testimonianze raccolte tra i migranti, sette persone sono cadute in acqua a causa del mare agitato e non sono riuscite a risalire sul gommone. Il primo episodio è avvenuto nella notte successiva alla partenza, con due dispersi, seguito da un secondo episodio in cui altri cinque migranti sono finiti in mare. Le condizioni meteorologiche avverse hanno reso la traversata ancora più difficile. Tra i soccorsi, trasportato un migrante diabetico al poliambulatorio dell’isola per accertamenti medici.
Lampedusa, crocevia del Mediterraneo e sfide per l’accoglienza
Lampedusa, isola di 20,2 chilometri quadrati situata nell’arcipelago delle Pelagie, rappresenta da sempre un punto strategico nel flusso migratorio proveniente dall’Africa verso l’Europa. Amministrativamente parte della provincia di Agrigento, in Sicilia, l’isola si trova geograficamente più vicina alle coste africane (152 km) che a quelle siciliane (210 km). Il porto di Lampedusa è spesso teatro di sbarchi di migranti soccorsi nel Canale di Sicilia, un’area particolarmente trafficata e pericolosa per le traversate via mare.
L’arrivo della nave Aurora Sar si inserisce nel contesto di un flusso migratorio costante e della complessa gestione delle operazioni di soccorso in mare, che vedono coinvolte autorità italiane e organizzazioni non governative. Le condizioni climatiche dell’isola, caratterizzate da un clima mediterraneo con estati calde e secche e inverni miti, influenzano anche le operazioni di accoglienza e assistenza.
L’impegno delle autorità locali e delle ONG resta cruciale per garantire la tutela dei diritti umani e la sicurezza delle persone coinvolte in questi viaggi spesso drammatici.






