Palermo, 25 agosto 2025 – La nave Mediterranea, appartenente alla ong Mediterranea Saving Humans, è stata sottoposta a fermo amministrativo dalle autorità italiane a Trapani, in Sicilia. Le autorità hanno disposto il provvedimento, firmato da polizia, guardia di finanza e guardia costiera, in applicazione del decreto Piantedosi dopo che la nave aveva disatteso le indicazioni sul porto di sbarco, dirigendosi a Trapani anziché a Genova, porto assegnato dalle autorità italiane.
Circostanze del fermo della nave Mediterranea
Secondo quanto riferito dalla ong, la Mediterranea aveva soccorso dieci persone in mare, ma a causa delle condizioni meteo avverse, con onde alte oltre due metri e mezzo, ha optato per lo sbarco a Trapani. La durata esatta del fermo amministrativo, stabilita dal prefetto di Trapani, non è ancora nota. La decisione si inserisce in un contesto più ampio di controllo sulle attività delle navi umanitarie in Mediterraneo, con il ministero dell’Interno che ha adottato misure restrittive, privilegiando il fermo amministrativo rispetto al sequestro penale, ritenuto meno mediatico ma più efficace.
Lo sbarco a Trapani e le scelte di Mediterranea Saving Humans
Nel frattempo le autorità avevano trasferito nelle strutture di accoglienza i dieci migranti, tra cui tre minorenni non accompagnati, sbarcati sabato sera al porto di Trapani dalla nave Mediterranea Saving Humans. Il soccorso è avvenuto dopo il salvataggio nel Mediterraneo centrale, al largo delle coste libiche, di un gruppo più ampio di persone in difficoltà.
La missione della nave Mediterranea, piattaforma della società civile attiva dal 2018 per il salvataggio di migranti in mare, ha portato allo sbarco nel porto siciliano nonostante le disposizioni del Ministero dell’Interno che indicavano Genova come porto sicuro. Laura Marmorale, presidente di Mediterranea Saving Humans, ha dichiarato che la decisione di attraccare a Trapani è stata presa per riaffermare il principio fondamentale della tutela della dignità e della vita umana. Marmorale ha sottolineato che lasciare naufraghi traumatizzati a bordo per giorni, esposti a condizioni che rievocano l’inferno appena vissuto, è inaccettabile. Mormorale ha definito il provvedimento “osceno“, sottolineando che la nave sarebbe stata pronta a riprendere la sua attività di soccorso nel Mediterraneo centrale, una missione ritenuta oggi più che mai necessaria a fronte del tragico aumento dei naufragi nelle acque a sud di Lampedusa.
Alcuni centri di accoglienza sul territorio, in linea con il Sistema di Accoglienza e Integrazione (SAI) che comprende strutture dedicate anche ai minorenni non accompagnati, hanno accolto il gruppo di migranti. Trapani ospita diverse strutture per migranti, tra cui i Centri di Accoglienza (CDA) e i Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE), gestiti dal Ministero dell’Interno.
Mediterranea Saving Humans: una battaglia per la vita in mare
Fondata nel 2018, Mediterranea Saving Humans si è distinta come unica ONG italiana impegnata nel monitoraggio e nel soccorso di migranti nel Mediterraneo centrale, operando con le navi Mare Jonio e Alex sotto bandiera italiana. Nel corso degli anni, l’organizzazione ha salvato migliaia di vite, nonostante le ripetute difficoltà legali e amministrative poste dalle autorità italiane. La stessa Marmorale ha ricordato come la ONG abbia recentemente salvato dieci ragazzi da morte certa, sbarcandoli nel luogo sicuro più vicino per garantirne l’assistenza sanitaria.
Il fermo della nave, secondo la presidente, rappresenta un atto di ritorsione: “Si vendicano e ci colpiscono perché abbiamo salvato vite umane”. Mediterranea denuncia altresì la collaborazione del governo con milizie libiche responsabili di violenze nei campi di detenzione e di atti ostili ai danni delle navi umanitarie, come l’attacco subito ieri dalla Ocean Viking.






