Palermo, 24 settembre 2025 – L’ex magistrato palermitano Gioacchino Natoli ha espresso pubblicamente le proprie scuse alla famiglia Borsellino in seguito alla diffusione, avvenuta durante la trasmissione televisiva “Lo stato delle cose” del 22 settembre, di intercettazioni registrate all’interno della sua abitazione. Le parole pronunciate da Natoli, rivolte alla moglie e alla figlia, hanno suscitato forte dolore nei confronti dei figli e della vedova del compianto magistrato Paolo Borsellino.
Le scuse pubbliche di Gioacchino Natoli
Intervistato dall’ANSA, Natoli ha dichiarato di non voler entrare nel merito della “barbara divulgazione” di frasi pronunciate in un contesto privato, ma ha riconosciuto che, essendo ormai pubbliche, tali parole hanno causato un immenso dolore a chi ha già sofferto molto per la perdita di Paolo Borsellino. Per questo motivo, ha ritenuto doveroso chiedere scusa pubblicamente ai familiari del magistrato, sottolineando che non meritavano di subire un “ulteriore supplizio”.
Gioacchino Natoli, entrato in magistratura nel 1978, è stato membro del pool antimafia di Palermo, insieme a figure di rilievo come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e ha partecipato a indagini importanti contro la mafia siciliana. Il suo impegno nella lotta a Cosa nostra è stato parte di una carriera lunga e complessa, che ha visto anche responsabilità istituzionali come la presidenza della Corte d’appello di Palermo e incarichi di rilievo nel Ministero della Giustizia.
Reazioni e contesto
La vicenda ha suscitato reazioni nel panorama politico e istituzionale. Tra queste, il senatore Salvo Sallemi di Fratelli d’Italia, componente della Commissione Antimafia, ha espresso solidarietà ai figli di Paolo Borsellino, definendo “indegno” l’insulto rivolto alla famiglia da parte dell’ex pm Natoli. Sallemi ha inoltre sollecitato parole chiare e nette da parte del Movimento Cinque Stelle a riguardo.
La famiglia Borsellino, che ha già pagato un prezzo altissimo nella lotta alla mafia, si trova ancora una volta al centro dell’attenzione pubblica per motivi dolorosi. Paolo Borsellino, ucciso nel 1992 dalla mafia insieme ai cinque agenti della sua scorta, è una figura simbolo della giustizia e della lotta antimafia in Italia. La sua memoria rappresenta un valore imprescindibile nella società civile e nelle istituzioni italiane.

