Napoli, 18 settembre 2025 – Un’operazione della Guardia di Finanza di Napoli ha portato alla luce una maxi frode fiscale messa in atto dalla società Am Distribution Srl, nota sul territorio come Napolitano Store, specializzata nella vendita di telefoni cellulari ed elettrodomestici. I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria hanno sequestrato beni mobili e immobili per un valore complessivo di 5.740.561 euro, tra cui un immobile nel quartiere Gianturco di Napoli e uno yacht di 16,5 metri, entrambi intestati fittiziamente a terzi.
Napolitano Store, frode all’Iva e fatture false
Secondo gli accertamenti, la società avrebbe realizzato una consistente frode all’Iva attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti. Queste fatture venivano emesse nei confronti di società “cartiere” prive di dipendenti e di reale attività operativa, sistematicamente inadempienti agli obblighi tributari. La mancanza di applicazione dell’imposta ha permesso alla società di vendere telefoni di ultima generazione “in nero”, a prezzi sensibilmente inferiori rispetto a quelli di mercato, imponendo però ai clienti il pagamento esclusivamente in contanti.
Crescita anomala e comportamenti illeciti
La crescita del fatturato della Am Distribution Srl è risultata esponenziale e anomala: da 2,2 milioni di euro nel 2017 a 20,8 milioni nel 2023. La società, molto attiva nella promozione sui social media, era anche al centro di un video virale girato all’interno del Consiglio Regionale della Campania con la tiktoker Rita De Crescenzo. In tale occasione, l’amministratore Angelo Napolitano, 47 anni, e la De Crescenzo cantavano l’inno nazionale sventolando il tricolore nell’ufficio del consigliere regionale Pasquale Di Fenza, esponente del partito “Azione”, successivamente espulso.
Un’ulteriore conferma delle irregolarità è arrivata dal servizio di “Striscia la notizia” del 19 febbraio 2025, che ha evidenziato il “doppio listino”: la società praticava prezzi diversi in base alla modalità di pagamento, favorendo il contante per evitare tracciabilità e aumentare l’evasione fiscale. L’amministratore è stato raggiunto dal decreto di sequestro emesso dalla Procura di Nola, che ha coordinato le indagini.






