Napoli, 1 ottobre 2025 – Nella giornata di ieri, un gruppo di manifestanti ha occupato i binari della stazione di Napoli Centrale, provocando un blocco della circolazione ferroviaria per circa due ore. L’azione rientra nel quadro delle mobilitazioni di sostegno alla Global Sumud Flotilla, la missione umanitaria internazionale partita quest’estate per portare aiuti nella Striscia di Gaza.
L’occupazione della stazione di Napoli

Centinaia di manifestanti si sono radunati in corteo intorno a piazza Garibaldi, riuscendo dopo alcuni tentativi a penetrare all’interno della stazione ferroviaria. Il gruppo ha fatto accesso tramite il sottopassaggio che collega la metropolitana con i treni regionali e nazionali, bloccando completamente il traffico ferroviario per un paio d’ore. Durante l’occupazione si sono levati cori, accesi fumogeni e sventolate bandiere, mentre gli slogan esprimevano sostegno deciso alla Flotilla.
Tra i messaggi più forti, le parole di Davide Dioguardi, portavoce nazionale di Fridays For Future e attivo sostenitore della causa palestinese: “L’avevamo promesso e l’abbiamo fatto. Se toccano l’equipaggio della Flotilla siamo pronti a bloccare tutta l’Europa. Bloccheremo scuole, università, stazioni, strade. Israele non tocchi la flotta umanitaria”. Queste parole testimoniano la determinazione del movimento a continuare la mobilitazione contro il blocco navale israeliano e a sostegno della popolazione palestinese.
La Global Sumud Flotilla: un impegno internazionale
La Global Sumud Flotilla è un’iniziativa umanitaria nata nel luglio 2025 con l’obiettivo di rompere il blocco navale imposto da Israele alla Striscia di Gaza e di consegnare aiuti alimentari e medicinali a una popolazione gravemente colpita da una grave crisi umanitaria. La parola araba “sumud” significa “fermezza” e richiama la resistenza e la perseveranza del popolo palestinese nel mantenere radicata la propria presenza nella terra d’origine.
La flottiglia è composta da oltre 50 imbarcazioni e più di 15.000 partecipanti provenienti da 44 paesi, con convogli partiti da porti del Mediterraneo come Barcellona, Genova, Tunisi, Catania e dalla Grecia. La missione ha dovuto affrontare difficoltà meteorologiche e ritardi, ma continua a rappresentare il più grande convoglio marittimo civile della storia per l’assistenza umanitaria a Gaza.
Tra gli attivisti a bordo, oltre a numerosi volontari internazionali, figurano anche personalità celebri e politici italiani, tra cui quattro parlamentari di Pd, M5S e altre forze. Il governo italiano ha dichiarato di monitorare la situazione, assicurando l’adozione di tutte le misure necessarie per la tutela della sicurezza dei connazionali coinvolti nel progetto.
La mobilitazione a Napoli si inserisce in un più ampio contesto di proteste e scioperi in diverse città italiane, che hanno visto la partecipazione di decine di migliaia di persone, spesso in modo pacifico, ma non senza episodi di tensione in luoghi come Milano, Brescia e Catania. Le richieste comuni riguardano l’apertura di corridoi umanitari e la fine del blocco israeliano, con una crescente attenzione verso la crisi umanitaria nella regione mediorientale.






