Napoli, 13 settembre 2025 – Un corteo di disoccupati organizzati, reti studentesche e movimenti di solidarietà con la Palestina ha attraversato oggi il centro di Napoli, con un messaggio comune contro lo sfruttamento, la precarietà e la guerra. La manifestazione ha visto sfilare insieme realtà diverse ma accomunate da una piattaforma di rivendicazioni che lega battaglie sociali, studentesche e internazionali.
Una manifestazione di lotta e solidarietà

Il corteo, partito da piazza del Gesù e giunto in piazza Plebiscito, si è svolto sotto il controllo delle forze dell’ordine senza registrare incidenti, ma con momenti di forte partecipazione e determinazione. Gli striscioni e i cori hanno espresso le richieste di dignità e stabilità lavorativa da parte dei disoccupati, mentre gli studenti hanno denunciato la loro condizione di precariato e sfruttamento come manodopera a basso costo. In parallelo, è stata al centro della protesta la solidarietà verso il popolo palestinese, con un chiaro richiamo all’unione delle lotte: “Il meccanismo e la logica della guerra – hanno scandito gli attivisti al megafono – è lo stesso che guida il sistema capitalista che penalizza i lavoratori. Ci tolgono futuro, diritti e speranze allo stesso modo: con la violenza e lo sfruttamento”.
Gli organizzatori hanno sottolineato come la lotta sociale, studentesca e internazionale “non possa che essere la stessa”, evidenziando la necessità di una risposta unitaria contro le ingiustizie che colpiscono diverse categorie sociali. Inoltre, i manifestanti hanno richiamato l’attenzione sulle imminenti elezioni regionali, chiedendo che “le istituzioni non continuino a ignorare chi vive in condizioni di marginalità e precarietà e che smettano di sfruttare gli studenti”.
Contesto nazionale e altre manifestazioni
La mobilitazione napoletana si inserisce in un clima di protesta più ampio che coinvolge l’intero Paese. Nella giornata odierna, infatti, si è svolto uno sciopero generale indetto da CGIL e UIL con un’adesione superiore al 70%, come riportano i sindacati. Le manifestazioni si sono concentrate in 43 piazze italiane, con Napoli e Bologna tra le città con la più alta partecipazione: oltre 30 mila persone nel capoluogo campano, guidate dal segretario generale della UIL, Pierpaolo Bombardieri.
A Torino, invece, le proteste hanno assunto toni più tesi. Studenti e attivisti pro-Palestina hanno occupato i binari della stazione di Porta Susa, dando luogo a scontri con le forze dell’ordine, che hanno risposto con manganellate. Nel corso delle manifestazioni torinesi, sono state bruciate sagome e fotografie di esponenti del governo e del mondo politico, accompagnate da slogan di contestazione. A Piazza Castello, gli attivisti hanno lanciato uova con vernice rossa e fumogeni contro le forze di polizia.
Il segretario della CGIL, Maurizio Landini, ha commentato l’ampia partecipazione allo sciopero sottolineando che “più di 500mila persone in tutta Italia hanno scelto di essere in piazza per difendere la libertà e i diritti di tutti”, rimarcando l’importanza di una politica che metta al centro i bisogni concreti delle persone.
In questo scenario, la manifestazione di Napoli si distingue per l’unità tra diverse componenti sociali, che hanno scelto di convergere per esprimere un messaggio forte e articolato, che unisce rivendicazioni lavorative, studentesche e internazionali, in un momento di forte mobilitazione nazionale.






