Napoli, 6 ottobre 2025 – Un uomo di 35 anni è deceduto in ambulanza mentre veniva trasportato all’ospedale, dopo essere stato colpito con un taser dai carabinieri intervenuti per sedare una lite in famiglia nel quartiere Chiaia di Napoli. I militari, giunti sul posto a seguito di una segnalazione, hanno utilizzato lo strumento dopo ripetuti tentativi di bloccare l’uomo, che si trovava in stato di alterazione e aveva aggredito gli agenti.
La dinamica dell’intervento

L’intervento è avvenuto intorno alle 8:40 in via Fornelli, nei pressi delle rampe Brancaccio. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, i carabinieri della Radiomobile sono stati allertati per le urla di una donna e di una minore, presenti nell’abitazione insieme all’uomo, un italiano di origini nordafricane. All’arrivo, i militari hanno trovato la casa a soqquadro e l’uomo completamente nudo e in evidente stato di agitazione. Dopo che l’uomo ha opposto resistenza e aggredito i carabinieri, questi hanno prima tentato di calmare la situazione con lo spray al peperoncino, senza successo. A quel punto, nel rispetto delle procedure previste dalla legge, è stato utilizzato il taser. Nonostante ciò, è stato necessario l’intervento di ulteriori rinforzi per immobilizzarlo definitivamente.
Una volta bloccato, l’uomo è stato affidato al servizio sanitario del 118, ma è morto durante il trasporto in ambulanza verso l’ospedale. La salma è stata sequestrata e trasferita all’obitorio del Policlinico per l’autopsia, disposta dalla Procura di Napoli che ha aperto un’inchiesta per accertare le cause del decesso.
La proposta di dotare le forze dell’ordine di defibrillatori
In seguito al caso, il presidente del Gruppo di Intervento Emergenze Cardiologiche (Giec), Maurizio Santomauro, insieme a Mario Balzanelli del Sis 118, ha inviato una lettera al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi proponendo di dotare tutte le forze dell’ordine di defibrillatori semiautomatici. Secondo gli esperti, esiste un potenziale rischio di arresto cardiaco correlato all’uso del taser, dovuto a possibili aritmie letali come la fibrillazione ventricolare, che può causare la morte se non trattata tempestivamente. Per questo motivo, propongono che tutti gli agenti abilitati all’uso del taser vengano formati e certificati nelle procedure di rianimazione cardio-polmonare di base e defibrillazione precoce (Blsd), con la presenza obbligatoria di defibrillatori a bordo delle pattuglie.
I presidenti di Giec e Sis 118 hanno sottolineato che non solo chi soffre di patologie cardiache, ma anche soggetti che assumono psicofarmaci, alcol o droghe, sono a rischio di aritmie gravi in seguito agli impulsi elettrici del taser. La proposta mira a migliorare la sicurezza degli interventi delle forze dell’ordine e a ridurre il rischio di decessi involontari legati all’uso di questo strumento.
Le indagini della Procura proseguono per chiarire tutti gli aspetti del caso e valutare eventuali responsabilità. Intanto, il dibattito sull’uso del taser e sulle misure di sicurezza da adottare continua ad essere al centro dell’attenzione pubblica e istituzionale.






