Reggio Emilia, 15 settembre 2025 – Un uomo di 41 anni è deceduto a seguito di un intervento della polizia durante il quale è stato utilizzato un taser per immobilizzarlo. L’episodio, avvenuto nel comune di Reggio Emilia, ha suscitato nuovamente un acceso dibattito sull’uso di questa arma a bassa letalità da parte delle forze dell’ordine in Italia.
L’intervento della polizia e le circostanze
L’uomo, che stava manifestando un comportamento di agitazione e resistenza, è stato immobilizzato con l’uso del taser, un dispositivo che eroga una scarica elettrica a bassa intensità per inibire temporaneamente i muscoli e impedire il movimento del soggetto. Trasportato d’urgenza in ospedale, le sue condizioni sono apparse subito gravi, ma nonostante i tentativi di soccorso, è deceduto poco dopo il ricovero. Si tratta del terzo caso di morte correlata all’uso del taser in Italia nell’ultimo mese, un dato che riaccende la controversia sull’efficacia e la sicurezza di questo strumento.
Il funzionamento e la normativa italiana sul taser
Il taser è classificato come un’arma a bassa letalità e agisce mediante il lancio di due elettrodi connessi da fili elettrici che, una volta agganciati al bersaglio, rilasciano impulsi elettrici ad alta tensione e bassa intensità per immobilizzare temporaneamente la persona. In Italia, l’uso del taser è regolamentato in modo rigoroso: è considerato un’arma propria e può essere impiegato solo da personale autorizzato, come le forze di polizia, e in specifiche città dove è stato introdotto in via sperimentale e successivamente esteso a livello nazionale. Dal 2022, la dotazione del taser è stata estesa a varie forze di polizia, con un modello in grado di lanciare due cariche e dotato di archi elettrici visibili, mentre gli agenti devono mostrare il dispositivo prima dell’uso e chiamare il personale sanitario in caso di intervento.
Controversie e dati sulla sicurezza del taser
Nonostante la sua diffusione, l’utilizzo del taser è oggetto di accese polemiche a livello internazionale e nazionale. Organizzazioni come l’ONU e Amnesty International ne hanno segnalato casi di abuso e decessi correlati, specialmente negli USA, dove si contano oltre mille morti attribuite all’uso di questo strumento dal 2000 al 2017. Uno studio indipendente condotto dalla Wake Forest University ha analizzato 1.201 utilizzi del taser da parte di forze dell’ordine statunitensi, evidenziando che il 99,75% dei soggetti colpiti ha riportato ferite lievi o nessuna lesione significativa; tuttavia, si riconosce che non sono assenti rischi di gravi complicanze, soprattutto in soggetti con patologie mediche preesistenti o sotto l’effetto di sostanze alcoliche o stupefacenti.
L’episodio di Reggio Emilia si inserisce in questo contesto complesso, dove la necessità di strumenti efficaci per la gestione delle situazioni di emergenza deve conciliarsi con la tutela della vita e dell’incolumità degli individui. Il caso sarà oggetto di approfondite indagini per chiarire le dinamiche dell’intervento e verificare il rispetto delle procedure previste dalla normativa vigente.






