Roma, 12 novembre 2025 – Si è svolta oggi la seconda udienza del processo per la morte di Valeria Fioravanti, la giovane di 27 anni deceduta il 10 gennaio 2023 a causa di una meningite batterica sottovalutata e scambiata per una semplice cefalea. Tre medici di Roma sono imputati di omicidio colposo per non aver riconosciuto in tempo la gravità della situazione clinica della ragazza.
Il percorso ospedaliero e la mancata diagnosi

La vicenda di Valeria Fioravanti inizia il 25 dicembre 2022, quando la giovane si era recata al Campus Biomedico di Roma per la rimozione di un ascesso. Nei giorni successivi, il suo stato di salute si aggravò. Il 29 dicembre si presentò al pronto soccorso del Policlinico Casilino con forti cefalee e dolori alla schiena, ma le fu diagnosticata una semplice cefalea e prescritti antinfiammatori. Il peggioramento continuò, e il 4 gennaio fu visitata all’ospedale San Giovanni, dove le venne diagnosticata una presunta lombosciatalgia. Solo il 6 gennaio, dopo il quarto accesso in ospedale, le fu confermata la diagnosi di meningite acuta. Trasferita in coma in un’altra struttura, Valeria morì il 10 gennaio.
Secondo la perizia medico-legale disposta dalla procura di Roma, i medici furono superficiali nel trattare la paziente: la meningite era stata scambiata per mal di testa e dolori muscolari, con conseguente ritardo negli accertamenti e nelle cure. Furono somministrati antidolorifici senza approfondire il quadro clinico, che presentava sintomi evidenti di infezione come febbre alta e rigidità nucale.
La richiesta di giustizia dei genitori e l’avvio del processo
I genitori di Valeria, Stefano Fioravanti e Tiziana Santoro, sono in prima linea nella battaglia per ottenere verità e giustizia. “Siamo soddisfatti che si sia arrivati al processo, ma la nostra sofferenza è immensa. Valeria poteva salvarsi con un antibiotico”, ha dichiarato il padre, ricordando le numerose visite e i segnali ignorati dai medici. La madre ha aggiunto: “Chiedo una pena esemplare, anche se temo che i medici siano spesso tutelati più di chi cerca giustizia”.
Il gup del tribunale di Roma ha rinviato a giudizio tre medici – uno del Policlinico Casilino e due dell’ospedale San Giovanni – con l’accusa di omicidio colposo, negligenza e imperizia. L’udienza è stata fissata per il 16 settembre 2025 davanti al giudice monocratico.
La famiglia non ha mai smesso di chiedere che episodi simili non si ripetano. Nel settembre scorso, una fiaccolata in loro ricordo si è tenuta a piazza San Giovanni Bosco, quartiere dove Valeria aveva vissuto. Nel frattempo, un parco nel VII Municipio di Roma è stato intitolato alla giovane, un gesto che ha portato un po’ di conforto in un anno di dolore profondo.
Il caso di Valeria Fioravanti rimane uno dei più emblematici episodi di malasanità nella capitale, con una famiglia ancora in lutto che aspetta risposte e giustizia.
Fonte: Marco Vesperini - Malasanità, seconda udienza per la morte di Valeria Fioravanti. I genitori: "Vogliamo giustizia"





