Roma, 23 ottobre 2025 – La vicenda giudiziaria relativa alla morte di Giulio Regeni, il giovane ricercatore italiano ucciso in Egitto nel 2016, ha subito un nuovo, importante sviluppo. La Prima Corte d’Assise di Roma ha deciso di sospendere il processo nei confronti degli imputati egiziani, rinviando la questione alla Corte Costituzionale per una valutazione di costituzionalità riguardante il diritto di difesa e la nomina dei consulenti tecnici.
La sospensione del processo e la questione di costituzionalità
La Corte d’Assise ha accolto la richiesta avanzata dalle difese degli imputati, che hanno contestato la mancata estensione del gratuito patrocinio ai consulenti tecnici per gli imputati contumaci. Secondo gli avvocati, privi di questa garanzia, non è stato possibile affidare incarichi a esperti fondamentali come traduttori tecnici o consulenti necessari per preparare la strategia difensiva. I giudici hanno ritenuto la questione “non manifestamente infondata” e “rilevante” per la definizione del giudizio, motivo per cui hanno inviato gli atti alla Consulta e sospeso il procedimento.
I tempi per la decisione della Corte Costituzionale possono variare da alcuni mesi fino a un anno. Non è la prima volta che la Consulta interviene sul caso Giulio Regeni: nel 2023 aveva già risolto una questione di improcedibilità legata alla notifica agli imputati stranieri.
Il contesto dell’omicidio di Giulio Regeni
Giulio Regeni, dottorando italiano presso l’Università di Cambridge, fu rapito al Cairo il 25 gennaio 2016, nel giorno del quinto anniversario delle proteste di piazza Tahrir, e ritrovato morto il 3 febbraio successivo con evidenti segni di tortura. Il suo corpo mostrava ferite gravissime, tra cui incisioni di lettere sull’epidermide, un metodo noto per essere utilizzato dai servizi di sicurezza egiziani. Gli inquirenti avevano attribuito l’omicidio a agenti dei servizi segreti interni egiziani, con la motivazione di una repressione politica.
La morte di Regeni ha scatenato un acceso dibattito internazionale sul coinvolgimento delle autorità egiziane e ha generato forti tensioni diplomatiche tra Italia ed Egitto. Nel frattempo, le indagini italiane hanno ricevuto solo una collaborazione parziale da parte delle autorità egiziane, con la complessità del caso ulteriormente aggravata da depistaggi e mancate concessioni di prove.
Implicazioni per il diritto di difesa nel processo Regeni
Il nodo sollevato riguarda il diritto di difesa degli imputati contumaci, in particolare la possibilità di nominare consulenti tecnici a spese dello Stato. Gli avvocati difensori hanno sottolineato che, sebbene il loro compenso sia coperto dal gratuito patrocinio, tale beneficio non si estende ai consulenti, la cui assenza limita la preparazione di una difesa efficace. La Corte ha riconosciuto la rilevanza della questione, giudicandola meritevole di approfondimento da parte della Consulta.
Questa decisione arriva a quasi dieci anni dall’omicidio, un caso ancora aperto e sotto la lente della giustizia italiana, che continua a cercare verità e giustizia per Giulio Regeni e la sua famiglia.



