CRONACA (Udine). “Le indagini partono in realtà qualche anno fa, ora è semplicemente scoppiata la bolla e ben vengano i risultati da parte degli inquirenti”. Parla così Giuliano Marini, l’apicoltore friulano fra i primi a denunciare l’evidente spopolamento di api che il Friuli Venezia Giulia sta vivendo ormai da anni, con tutto ciò che ne consegue dal punto di vista economico: “Non ci sono più le bottinatrici negli alveari: sono quelle api che raccolgono pollini e nettare. La produzione di miele negli ultimi 6-7 anni è stata disastrosa, e quest’anno non è di certo partita bene. Ormai sono diversi gli apicoltori, anche a capo di aziende di notevoli dimensioni, che minacciano la chiusura delle fabbriche vista la scarsa produzione”. Qualcosa, però, sembra essersi mosso dopo il sequestro di decine di campi e l’iscrizione di 22 persone nel registro degli indagati da parte della Forestale: “Nei mesi scorsi hanno analizzato mieli ed alveari – racconta Giuliano – accorgendosi della presenza di api malate come denunciato da me e altri colleghi in passato. L’uso di neonecotinoidi (particolari sostanze pesticide, ndr) vietati dalla legge crediamo sia la causa dello spopolamento”. Il futuro potrebbe essere più roseo del presente: “Ci stiamo muovendo anche attraverso i consorzi e le promesse della nuova giunta regionale, che ha aperto alla possibilità di un assessorato ad hoc, auspichiamo possano essere realizzate” conclude l’apicoltore, creatore peraltro dell’iniziativa “Adotta un alveare bio” per sensibilizzare l’opinione pubblica. (Annalisa Anastasi/alaNEWS)
