Monza, 7 novembre 2025 – È stato identificato e denunciato un 26enne gambiano, autore dell’aggressione subita da una giovane modella brasiliana a bordo di un treno regionale diretto verso Milano. Il grave episodio è avvenuto lunedì sera all’altezza di Arcore, nel territorio di Monza e Brianza, e ha suscitato forte indignazione per la violenza gratuita e l’assenza di soccorsi da parte dei presenti.
L’aggressione a Monza e la denuncia
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, l’uomo, irregolare sul territorio nazionale e con precedenti per minacce e violenza privata, ha aggredito la giovane senza alcun motivo apparente, colpendola con pugni e calci e cercando di strangolarla. La vittima, Stephanie A., modella di origini brasiliane, ha denunciato l’accaduto tramite un video sui social media in cui mostra i segni delle percosse e lancia un appello contro l’aggressore. Nel filmato, la ragazza racconta di aver provato a scappare e di aver potuto difendersi solo grazie all’uso del suo spray al peperoncino, mentre nessuno dei presenti sul treno è intervenuto per aiutarla.
Dopo l’aggressione, Stephanie ha contattato il 112 ed è stata trasportata all’ospedale San Gerardo di Monza, dove è stata dimessa con una prognosi di cinque giorni. Le indagini, immediatamente avviate, hanno portato all’individuazione del 26enne nei pressi della stazione di Carnate, sempre in provincia di Monza e Brianza, dove è stato fermato dalla Polfer e denunciato per lesioni personali aggravate.
Il profilo dell’aggressore e le misure adottate
L’uomo, già destinatario di un foglio di via obbligatorio emesso dal Questore di Palermo a seguito di precedenti denunce per minacce, porto abusivo di armi e violenza privata, si trovava in Italia con un permesso di soggiorno scaduto e non rinnovato. Dopo il fermo, il Questore di Monza ha disposto il suo collocamento nel Centro di Permanenza e Rimpatri (CPR) di Torino, dove sarà trattenuto in attesa di essere rimpatriato nel Paese d’origine.

Le forze dell’ordine hanno sottolineato la prontezza con cui sono intervenute, grazie anche alla segnalazione del personale di sicurezza di Trenord che aveva riconosciuto l’uomo. Il caso ha acceso nuovamente i riflettori sulle condizioni di sicurezza nei trasporti pubblici e sulla necessità di una maggiore tutela delle donne contro episodi di violenza, specie in ambienti pubblici come i treni regionali.
Stephanie A. ha paragonato la sua esperienza a quella di una ragazza vittima di violenza sulla metro di New York, ricordando come spesso le aggressioni avvengano senza che nessuno intervenga. Il suo appello social ha avuto ampia eco, stimolando un dibattito sulla responsabilità collettiva e sui meccanismi di prevenzione da adottare per evitare il ripetersi di simili episodi.






