Scandicci, 21 ottobre 2025 – Questa mattina si è svolto un presidio sindacale davanti alla sede del gruppo Kering a Scandicci, cuore pulsante del settore moda di lusso. L’iniziativa, promossa dai tre sindacati confederali, ha evidenziato le difficoltà che affliggono l’intero comparto moda da oltre due anni e mezzo, senza segnali concreti di ripresa.
La crisi nel settore moda secondo la Cgil

Durante il presidio, Massimo Bollini, rappresentante della Filcam Cgil Firenze, ha sottolineato come la situazione attuale rappresenti una vera emergenza per tutti i lavoratori del settore: “L’intero comparto moda è in crisi da 2 anni e mezzo, non vediamo nessun segnale di ripresa. Questo ci preoccupa per tutte le chiusure all’interno delle filiere e i vari brand sotto pressione”. Bollini ha inoltre evidenziato la rottura del dialogo con il gruppo, un fatto che non si verificava da trent’anni: “La motivazione di oggi, non accadeva da 30 anni, non c’è più dialogo né confronto”.
La tensione è alimentata anche dalla recente richiesta di cassa integrazione da parte di tre fornitori di Gucci, marchio di punta di Kering, con un impatto diretto su oltre 300 dipendenti delle pelletterie di Scandicci e delle aree limitrofe. Questo ha destato particolare preoccupazione nei distretti toscani del fashion, che vedono a rischio il mantenimento di un tessuto produttivo fondamentale per l’economia locale.
Kering, il colosso del lusso in difficoltà
Il gruppo francese Kering, fondato nel 1963 e con sede a Parigi, è uno dei leader mondiali nel settore del lusso, con un fatturato di 17,2 miliardi di euro nel 2024. La società è proprietaria di marchi prestigiosi come Gucci, Saint Laurent, Bottega Veneta, Balenciaga, Alexander McQueen, Brioni, Pomellato, e altri. Nonostante la forza del gruppo, gli ultimi dati hanno evidenziato un rallentamento, in particolare per Gucci, che ha inciso negativamente sui risultati complessivi.
Nel 2023, Kering ha registrato una flessione del fatturato, sceso a 19,6 miliardi di euro, con un calo del 4%, attribuito principalmente a una fase di transizione e rallentamento della domanda. Nel contempo, il gruppo ha continuato a diversificare le sue attività acquisendo marchi come Creed e il 30% di Valentino, e lanciando nuove divisioni come Kering Beauté e Kering Eyewear.
Tuttavia, le difficoltà del settore moda si riflettono pesantemente sulle filiere produttive italiane, con un aumento delle richieste di ammortizzatori sociali e una crescente preoccupazione da parte dei sindacati per la tenuta occupazionale e la qualità del lavoro.
Massimo Bollini ha rimarcato la necessità di un confronto urgente con le aziende per definire politiche industriali che possano garantire la salvaguardia delle competenze e la continuità produttiva: “Il sistema produttivo delineatosi negli ultimi anni ha abbassato la qualità del prodotto, ha depauperato le professionalità e parcellizzato le competenze. Ci chiediamo se non sia da rifondare”.
Sul tavolo sindacale rimane aperta la richiesta di un dialogo serrato con Kering e gli altri brand per delineare un piano industriale condiviso e prevenire ulteriori crisi nel distretto toscano del lusso.
Fonte: Emanuele De Lucia - Protesta settore moda a Scandicci, Cgil: "Intero comparto in crisi da 2 anni e mezzo"






