Sit-in e corteo nel centro di Milano contro i rapporti tra McDonald’s e Israele, cartelli provocatori, sostegno a Gaza e Libano, polemiche su offese a personalità pubbliche.
Milano, 5 luglio 2025 – Nuova giornata di mobilitazione per la comunità palestinese nel capoluogo lombardo, che ha scelto come luogo simbolo di protesta il cuore pulsante della città, la Galleria Vittorio Emanuele II. La manifestazione, partita oggi pomeriggio, ha visto decine di attivisti riunirsi davanti al McDonald’s situato in una delle vie più centrali, a pochi passi dal Duomo, per chiedere il boicottaggio della catena di fast food, accusata di presunte collaborazioni con l’esercito israeliano.
La protesta a Milano: bandiere, cori e corteo in centro
Gli attivisti palestinesi, insieme a diverse anime del mondo antagonista, hanno allestito un presidio davanti al locale di McDonald’s, sventolando bandiere e intonando cori di solidarietà. Dopo il sit-in, il gruppo si è mosso in corteo verso piazza Mercanti, attraversando nuovamente la Galleria Vittorio Emanuele, dove numerosi turisti hanno seguito la manifestazione con i propri smartphone, documentando l’evento. Questa protesta si inserisce nel quadro delle numerose iniziative che si susseguono da settimane in varie città italiane per esprimere dissenso sulla guerra in Medio Oriente.
Le tensioni a Roma e nuove manifestazioni in programma
Parallelamente a Milano, la capitale si prepara a un importante appuntamento per sabato 12 ottobre, con un nuovo corteo autorizzato pro-Palestina che partirà da piazzale Ostiense alle ore 15 e si concluderà in piazza Vittorio intorno alle 20. Il percorso attraverserà diverse vie centrali, tra cui viale Aventino, Porta Capena, via di San Gregorio, via Labicana, via Merulana e via dello Statuto. Gli organizzatori prevedono la partecipazione di almeno 5 mila persone. La manifestazione è stata organizzata dal Movimento degli Studenti Palestinesi, dall’Associazione dei Palestinesi in Italia (Api) e dalla Comunità Palestinese d’Italia, che chiedono lo stop al genocidio a Gaza e nel sud del Libano, oltre all’embargo delle armi da parte dell’Occidente e dell’Italia verso Israele.
La Questura di Roma ha predisposto un imponente piano sicurezza, con bonifiche lungo il percorso e chiusure stradali che comporteranno deviazioni per numerose linee di autobus. Tra i sostenitori della manifestazione figurano l’Anpi, la Cgil di Roma e Lazio, la Rete degli Studenti Medi del Lazio e l’Udu Roma, che hanno espresso solidarietà al popolo palestinese e condanna per la violenza subita nelle scorse settimane.
Manifestazioni e polemiche a Milano: cartelli choc e accuse contro personalità pubbliche
Nell’ambito delle proteste milanesi, si sono registrate tensioni e polemiche dovute alla comparsa di cartelli offensivi nei confronti di figure pubbliche, tra cui la senatrice a vita Liliana Segre, etichettata come “Agente sionista”. Simili appellativi sono stati rivolti anche al ministro della Difesa Guido Crosetto, al presidente di Stellantis John Elkann e ad altre personalità italiane ritenute “colpevoli” di sostenere lo Stato di Israele. Il corteo, che rappresenta la 51esima manifestazione consecutiva in città dall’inizio dell’offensiva a Gaza, ha ampliato il proprio raggio d’azione includendo il sostegno anche al Libano, con bandiere del Paese dei Cedri e un minuto di silenzio dedicato a Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah recentemente ucciso in un raid aereo a Beirut.
Tra i partecipanti si è distinto anche Chef Rubio, noto personaggio pubblico, che ha invitato a partecipare a un raduno previsto per il 5 ottobre a Roma, invitando a ignorare eventuali divieti prefettizi. Le dichiarazioni di condanna per gli insulti rivolti a Liliana Segre sono arrivate da più parti, tra cui il direttore del museo della Brigata ebraica Davide Romano, il presidente del Senato Ignazio La Russa e la ministra Anna Maria Bernini.
Questi eventi testimoniano la complessità e la tensione che caratterizzano le manifestazioni pro-Palestina nel contesto italiano, con un intreccio di proteste pacifiche e momenti di forte polemica pubblica.