Milano, 27 agosto 2025 – Si svolge oggi al Tribunale dei Minori di Milano l’udienza per stabilire l’affidamento dei quattro ragazzini, tra gli 11 e i 13 anni, coinvolti nell’incidente mortale che l’11 agosto scorso è costato la vita a Cecilia De Astis, 71 anni, investita mentre camminava in via Saponaro. Alla guida di un’auto rubata, i giovanissimi avevano travolto la donna e poi si erano dati alla fuga.
Prima dell’udienza è intervenuto il figlio della vittima, Filippo Di Terlizzi, che ha lanciato un appello pubblico: “Si sa come vivono queste persone, di espedienti e di furti. Non nascondiamolo e non giriamoci dall’altra parte. Ora dobbiamo essere forti, coesi e ribellarci, farci sentire”.
Il dolore e la rabbia di Filippo Di Terlizzi
Di Terlizzi ha affidato ai social anche la sua sofferenza, condividendo il brano Maledetta rabbia di Blanco, spiegando così il proprio stato d’animo e scrivendo soltanto di essere “in cerca di pace”. In un’intervista a Corriere Tv, ha chiesto che la magistratura svolga il suo compito valutando non solo i singoli ragazzi, ma anche il contesto familiare in cui sono cresciuti.
Tre dei minori si trovano attualmente in comunità, mentre uno di loro si è allontanato dall’insediamento rom in via Selvanesco e non è stato ancora rintracciato.
Le responsabilità dei genitori
Pur riconoscendo la giovane età degli imputati, Di Terlizzi non esclude la loro responsabilità: “Sono minorenni e non hanno ancora la piena consapevolezza delle loro azioni, ma questo non li solleva dalle colpe”. L’uomo ha anche denunciato la mancanza di un’adeguata educazione da parte delle famiglie: “I genitori non li hanno fatti crescere secondo i principi della società, li hanno spinti a rubare e, in questo caso, persino a uccidere senza alcun senso di coscienza”.
La richiesta di giustizia
Secondo il figlio della vittima, la soluzione più giusta sarebbe l’inserimento dei giovani in un riformatorio: “Devono essere rieducati, per quanto possibile, e messi nelle condizioni di non poter più nuocere ai cittadini. Non basta allontanarli temporaneamente: serve un intervento che li tolga definitivamente da una realtà che li porta a vivere di espedienti e criminalità”.






