Milano, 16 ottobre 2025 – A due anni dal tragico pogrom del 7 ottobre 2023, la Comunità Ebraica di Milano ha celebrato una cerimonia commemorativa nella Sinagoga Centrale di via Guastalla, un momento di memoria e riflessione dedicato alle vittime dell’attacco terroristico di Hamas e al contempo di speranza per il ritorno degli ostaggi liberati.
La commemorazione alla Sinagoga Centrale di Milano

L’evento, aperto alla cittadinanza, ha visto la partecipazione di rappresentanti istituzionali, cittadini e membri della comunità ebraica milanese. Dopo i saluti di Walker Meghnagi, presidente della Comunità Ebraica di Milano, e di Milo Hasbani, vice presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, si è svolta una tefillà, preghiera collettiva in memoria dei caduti.
Un momento particolarmente intenso è stato l’intervento di Nadav Morag, sopravvissuto al massacro del festival Nova, il rave musicale nel deserto del Negev dove centinaia di giovani furono uccisi o sequestrati. Morag ha ricordato con commozione il terrore di quella giornata: “Il primo momento peggiore è stato l’inizio, quando abbiamo sentito i primi colpi e l’ansia ha preso il sopravvento. Non capivamo cosa stesse accadendo, ma sapevamo che dovevamo correre”. Ha poi descritto la fuga disperata dai terroristi e la perdita di molti amici: “Ho visto amici che non ce l’hanno fatta…”.
La cerimonia si è conclusa con un ringraziamento per il ritorno di tutti gli ostaggi, accolto da un lungo applauso, e con un’esibizione musicale curata da David Mouhadab.
Il contesto internazionale e il conflitto in Medio Oriente
Il ricordo del pogrom si inserisce in un quadro di tensioni ancora vive nel conflitto israelo-palestinese, che ha visto una escalation dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. Secondo i dati aggiornati, le vittime palestinesi nella Striscia di Gaza sono stimate tra 50.000 e 62.000, tra cui un numero rilevante di bambini, mentre i morti israeliani sono stati circa 1.139, molti dei quali uccisi proprio durante quell’attacco iniziale.
Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno recentemente rivisto la loro versione riguardo all’uccisione di 15 soccorritori a Rafah, ammettendo che le ambulanze coinvolte avevano le luci accese, smentendo quindi la prima dichiarazione secondo cui i veicoli non sarebbero stati identificabili. Un video pubblicato dal New York Times ha mostrato chiaramente le ambulanze e i camion dei pompieri con le luci di emergenza attive durante l’attacco.
Nel frattempo, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si prepara a un incontro con il presidente statunitense Donald Trump per discutere, tra i vari temi, degli sforzi per il ritorno degli ostaggi e delle minacce regionali, in particolare quella rappresentata dall’Iran.
La situazione nella Striscia di Gaza rimane estremamente critica, con oltre la metà del territorio distrutto e migliaia di sfollati che attendono un accordo di tregua che possa consentire l’avvio della ricostruzione. Nel frattempo, la comunità internazionale segue con attenzione gli sviluppi di questo conflitto che continua a coinvolgere profondamente le popolazioni civili.
Questo evento a Milano rappresenta dunque non solo un ricordo doloroso, ma anche un monito e un richiamo alla solidarietà verso chi ha sofferto e continua a vivere le conseguenze di quell’orrore.






