Procura al lavoro su centinaia di cantieri tra centro e periferia: accuse di corruzione, iter edilizi irregolari e tensioni sulle future scelte urbanistiche milanesi.
Milano, 20 luglio 2025 – Prosegue senza sosta l’inchiesta urbanistica che da due anni coinvolge la città di Milano, con la Procura che indaga su numerose opere edilizie realizzate attraverso modalità sospette. Al centro dell’attenzione ci sono i cantieri per cui sarebbe stata utilizzata impropriamente la Scia (Segnalazione certificata di inizio attività), uno strumento originariamente pensato per interventi edilizi minori, ma che secondo gli inquirenti è stato impiegato per opere ben più complesse, che avrebbero richiesto il permesso di costruire, più rigoroso e oneroso. Tra le contestazioni emergono pesanti accuse di corruzione e opacità nei rapporti tra il Comune, costruttori, studi di architettura e funzionari pubblici.
Le aree e i cantieri nel mirino della Procura
L’inchiesta si estende su un ampio territorio cittadino, coinvolgendo zone centrali e periferiche, dal quartiere Affori al Villaggio Olimpico, fino all’ex scalo di Porta Romana. Tra i progetti più rilevanti sotto la lente degli investigatori si trova la Torre Milano in via Stresa, un edificio di 24 piani che ha sostituito due palazzi di pochi piani, e che ha già portato a un rinvio a giudizio. Nel mirino sono finite anche le Park Towers di via Crescenzago, che, secondo alcune intercettazioni, rappresentano un esempio di violazione normativa così evidente da “gridare vendetta”. Altri casi controversi riguardano il progetto Bosconavigli a San Cristoforo, e diverse aree legate a società come Abitare In, con 5 cantieri sotto indagine, e imprese associate ad Assimpredil, coinvolte in ben 11 progetti.
Un elemento chiave dell’accusa è la presunta manipolazione delle procedure edilizie attraverso la frammentazione dei titoli edilizi e l’impiego improprio della Scia per opere che avrebbero dovuto seguire iter più rigorosi, come nel caso della demolizione e ricostruzione di edifici. La Procura sottolinea la presenza di un “sistema” di “commistioni patologiche” e “traffico di influenze” che coinvolge anche membri della Commissione Paesaggio, dirigenti e tecnici comunali.
Personaggi chiave e sviluppi recenti
Tra gli indagati figurano non solo costruttori e architetti, ma anche funzionari pubblici e rappresentanti delle istituzioni. A marzo è stato arrestato l’ex dirigente comunale Giovanni Oggioni, figura centrale dell’inchiesta, accusato di depistaggio e di aver manipolato dati e documenti. Oggioni, 73 anni, con una lunga carriera nell’urbanistica milanese e legami con Comunione e Liberazione, è stato anche consulente gratuito per l’assessore alla Casa, collaborando alla stesura del decreto “Salva Milano”, ora fermo in Parlamento e fortemente a rischio dopo gli sviluppi giudiziari.
La recente richiesta di arresto per sei persone, tra cui l’assessore Giancarlo Tancredi e il presidente del gruppo Coima, Manfredi Catella, ha ulteriormente scosso la scena politica e urbanistica milanese. Tancredi, architetto e figura di riferimento per importanti progetti come Porta Nuova, City Life ed Expo 2015, è noto per aver promosso una visione di sviluppo urbano che coniughi crescita e equità sociale, ma ora si trova coinvolto nell’inchiesta che mette a dura prova la governance cittadina.
Il sindaco Beppe Sala e l’architetto Stefano Boeri sono anch’essi indagati, mentre la legge “Salva Milano”, concepita per sbloccare molte situazioni bloccate, è stata archiviata, lasciando la città in un clima di grande incertezza e tensione.
L’inchiesta mette così a nudo un complesso intreccio di interessi e pratiche irregolari che hanno segnato lo sviluppo urbanistico milanese, con una mappa di cantieri e progetti a rischio che continua ad allargarsi, alimentando dubbi e preoccupazioni sul futuro della città.





