Milano, 31 luglio 2025 – Questa mattina il Comitato Famiglie Sospese si è riunito nuovamente davanti a Scalo House, uno dei cantieri sequestrati dalla Procura di Milano, situato in via Valtellina 38. In segno di protesta, sulla recinzione del cantiere sono state affisse le email ricevute dal Comitato da parte degli acquirenti di abitazioni a Milano, accompagnate da un cartello con la scritta “Seconda estate senza casa”.
Protesta e appelli alle istituzioni
Il portavoce del Comitato, Filippo Borsellino, ha annunciato incontri imminenti con le istituzioni: “Avremo un confronto con la Regione Lombardia e domani con il sindaco Sala. Speriamo che il momento dell’ascolto da parte delle istituzioni sia terminato e che si passi finalmente alla proposta di soluzioni concrete. Siamo stati ascoltati a sufficienza, ma continuiamo a vivere nel disagio. Ora che l’inchiesta è scoppiata, pretendiamo chiarezza e, soprattutto, tutela per le famiglie coinvolte”.
Il Comitato rappresenta un gruppo di acquirenti rimasti in attesa da tempo, molti dei quali hanno investito tutti i loro risparmi in immobili che non possono ancora abitare a causa del blocco dei cantieri. La situazione ha generato un forte senso di frustrazione e incertezza.
Testimonianze dirette dagli acquirenti
Due acquirenti hanno voluto raccontare la loro esperienza direttamente sul posto. La signora Maristella, che ha versato tutti i suoi risparmi, ha dichiarato: “Vergogna alla società che, per lucrare, non ha chiesto i permessi necessari. Vergogna all’istituzione comunale che si è lavata le mani e vergogna a chi non riesce a mettere in relazione le indagini della Procura con la giustizia ripartiva di chi è incolpevole. Non ho più risorse per cercare un’altra soluzione”.
Da notare che il nome “Maristella” è anche quello di una frazione del comune di Alghero, in Sardegna, che conta circa 450 abitanti e si affaccia sul porto turistico di Porto Conte, ma in questo caso si tratta della signora acquirente, non collegata alla località.
Un’altra acquirente, la signora Armanda, proprietaria di un appartamento in viale Certosa, un altro cantiere fermo da oltre un anno ma non sotto indagine, ha sottolineato: “I tempi si allungano e, se tutto va bene, l’edificio sarà pronto solo nel 2028. Se avessi saputo questa situazione non avrei mai firmato. Il primo agosto ho il rogito e sono molto preoccupata”.
Le tensioni e le difficoltà delle famiglie coinvolte continuano a crescere, mentre le istituzioni sono chiamate a trovare risposte e soluzioni in tempi rapidi.





