Milano, 27 settembre 2025 – Si è svolta oggi a Milano una nuova manifestazione di solidarietà con la Palestina, con centinaia di persone che hanno sfilato per le vie della città. Il corteo, partito da piazzale Loreto e proseguito lungo viale Monza, ha visto la partecipazione attiva della comunità palestinese locale e di numerosi cittadini milanesi, molti dei quali hanno espresso il proprio sostegno affacciandosi da finestre e balconi. La protesta assume un valore particolare alla luce delle continue tensioni e delle violenze che da anni affliggono la regione mediorientale.
La manifestazione e le parole degli attivisti palestinesi

Durante la manifestazione, Falastin Dawoud, attivista della causa palestinese, ha ricordato con forza che “il 7 ottobre è iniziato questo genocidio”. Secondo le sue parole, quella data rappresenta un momento cruciale in cui la resistenza palestinese ha cercato di richiamare l’attenzione internazionale sulla situazione di assedio e violenza che da decenni colpisce il popolo palestinese. Dawoud ha inoltre citato un rapporto di CNN pubblicato ad agosto 2023, che ha definito il 2023 come “l’anno più sanguinoso per i palestinesi in Cisgiordania”, sottolineando la continuità dei massacri dal 1948.
La manifestazione si inserisce in un contesto di mobilitazione continua: “a Milano si organizzano manifestazioni per la Palestina ogni sabato da un anno e mezzo e non è mai successo niente”, ha affermato Khader Tamimi, rappresentante della comunità palestinese lombarda, che ha denunciato un intervento della polizia durante il corteo dello scorso sabato, volto a dividere i manifestanti e a distogliere l’attenzione dal tema centrale della protesta, ovvero “la fine del genocidio a Gaza e dell’occupazione israeliana in Palestina”.
Tensioni con le forze dell’ordine e risposta degli organizzatori
Gli organizzatori della manifestazione, insieme a sindacati di base come Cub, Si Cobas e Adl Cobas, hanno criticato aspramente la gestione poliziesca dell’evento, definendo “voluta” la divisione del corteo da parte delle forze dell’ordine. “Non ci facciamo intimidire dalla polizia, la prossima volta saremo ancora più numerosi, preparati e uniti”, ha dichiarato Layla Awad, dei Giovani palestinesi Italiani, denunciando anche la presenza di un poliziotto con un giubbotto dell’estrema destra polacca, ora sotto indagine dalla Questura.
Riccardo Germani, storico attivista dei centri sociali e oggi esponente del sindacato Adl Cobas, ha annunciato che “alle prossime manifestazioni scenderemo con un servizio d’ordine per proteggerci dagli attacchi della Questura che ha voluto scientemente alzare lo scontro”. L’accusa è che le forze dell’ordine abbiano costruito una “trappola” per distogliere l’attenzione mediatica dai contenuti della protesta, focalizzandosi invece su episodi di vandalismo e supposti scontri, definiti dagli organizzatori “falsi”.
Le prossime date di mobilitazione previste sono il 25 aprile e il primo maggio, con la promessa di una partecipazione ancora più ampia e determinata. Nel frattempo, la Procura di Milano ha iscritto nel registro degli indagati sei giovani per resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento e imbrattamento, a seguito degli eventi dello scorso sabato.
L’articolo si inserisce in un quadro più ampio di denuncia delle condizioni dei palestinesi, come testimoniano le drammatiche rivelazioni di ex prigionieri palestinesi liberati, che hanno raccontato torture, abusi e condizioni disumane nelle carceri israeliane, una situazione aggravata a partire dal 2023 in seguito all’operazione della resistenza palestinese Al-Aqsa Flood. Questi racconti sottolineano la gravità della crisi umanitaria e politica che continua a scuotere la regione.
Fonte: Roberto Smaldore - Milano, in centinaia in piazza per Gaza: "Il 7 ottobre è cominciato il genocidio"






