Milano, 28 novembre 2025 – Migliaia di persone si sono radunate questa mattina in Porta Venezia, Milano, per partecipare allo sciopero generale indetto dai sindacati di base. La protesta è stata organizzata in opposizione alla cosiddetta “finanziaria di guerra”, il pacchetto di misure economiche che il governo guidato da Giorgia Meloni si appresta a varare, e che secondo i manifestanti penalizza le classi lavoratrici e popolari.
Le ragioni della protesta contro la finanziaria di guerra

A spiegare le motivazioni della mobilitazione è stata Giorgia Salvati, esponente del movimento Cambiare Rotta, che ha definito la manovra economica come “una finanziaria lacrime e sangue, una finanziaria di guerra che avrà pesanti ripercussioni su lavoratori, studenti e classi popolari”. A rafforzare questo messaggio è intervenuto Pietro Cusimano, rappresentante dell’USB (Unione Sindacale di Base), il quale ha sottolineato come “se la spesa pubblica viene destinata al riarmo, inevitabilmente si dovranno fare tagli in altri settori fondamentali, come sanità, scuola, università e ricerca”. Walter Montagnoli, segretario della Cub (Confederazione Unitaria di Base), ha aggiunto: “I diritti dei lavoratori sono sempre più ridotti da questo governo, che continua ad adottare provvedimenti repressivi contro i lavoratori e le classi popolari”.
L’atmosfera in piazza era segnata anche da cartelli fortemente critici nei confronti del governo, in particolare un manifesto raffigurante la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in divisa fascista, definita “Mussolini in gonnella”.
Il no alla reintroduzione della leva militare e le rivendicazioni pacifiste
Tra i temi caldi della manifestazione vi è stato anche il rifiuto netto alla proposta del ministro della Difesa, Guido Crosetto, di reintrodurre la leva militare su base volontaria. Salvati ha ribadito con fermezza: “Noi non vogliamo essere arruolati, vogliamo dire a Crosetto e a tutta la classe politica che non intendiamo essere carne da macello per interessi capitalistici e imperialistici”. Cusimano ha evidenziato come “il futuro si prepara sempre più militarizzato, un fenomeno che si riscontra anche nelle scuole, dove la questione militare diventa sempre più pervasiva”. Montagnoli ha concluso ricordando la propria esperienza personale: “Ho già fatto la leva e sono stato felice quando è stata abolita”.
Questa mobilitazione si inserisce in un contesto di crescente protesta sociale che attraversa l’Italia, con manifestazioni di massa che vedono la partecipazione di lavoratori, studenti e cittadini in molte città, e che esprimono un ampio dissenso verso le scelte politiche del governo attuale, in particolare in tema di spesa pubblica e politiche di difesa.
Fonte: Roberto Smaldore - Milano, migliaia in piazza per lo sciopero generale: "No alla finanziaria di guerra"






