Milano, 16 dicembre 2025 – Nel quartiere Corvetto di Milano, una manifestazione pacifica ha percorso le vie della zona questa sera in sostegno di Anan Yaeesh, Ali Irar e Mansour Doghmosh, tre palestinesi coinvolti in un processo per accuse di terrorismo relative a eventi avvenuti in Cisgiordania. Il corteo, organizzato dai Giovani Palestinesi d’Italia e promosso dal comitato Free Anan, si è concluso in piazzale Corvetto con la lettura di un estratto del testamento di Yahya Sinwar, ex capo di Hamas nella Striscia di Gaza, ucciso dai soldati israeliani nel 2024.
Corteo a sostegno dei palestinesi sotto processo

La manifestazione si è svolta in vista dell’udienza finale prevista per il 19 dicembre al Tribunale dell’Aquila, dove si sta giudicando Anan Yaeesh, 37 anni, accusato di associazione a delinquere con finalità di terrorismo. Yaeesh, arrestato nel gennaio 2024 su richiesta di Israele, è detenuto nel carcere di alta sicurezza di Melfi. I suoi compagni di processo, Ali Irar e Mansour Doghmosh, arrestati nel marzo 2024, sono stati scarcerati dopo sei mesi per mancanza di prove “gravi e circostanziate”, ma rimangono rinviati a giudizio.
Insieme a loro, i manifestanti hanno chiesto anche la liberazione di altri due detenuti palestinesi, definiti “prigionieri dello Stato” per il loro sostegno alla causa palestinese: Tarek Dridi, condannato a 4 anni e 8 mesi per i disordini del 5 ottobre 2024 a Roma, e Ahmad Salem, attualmente in carcere a Rossano Calabro con accuse di istigazione a delinquere e autoaddestramento con finalità di terrorismo. Il corteo si è svolto in modo pacifico, rispondendo a un appello di mobilitazione lanciato dal comitato Free Anan.
Il caso Yaeesh e le contestazioni legali
Il processo di Anan Yaeesh all’Aquila ha suscitato particolare attenzione per le modalità con cui è condotto. Yaeesh, che dal 2017 vive in Italia e che porta nel corpo segni di torture e ferite subite in Cisgiordania, è accusato di aver promosso un gruppo armato chiamato “Rapid Response Brigades of Tulkarem”. La Corte d’Appello italiana ha negato la sua estradizione in Israele, ritenendo concreto il rischio di trattamenti inumani e degradanti.
Tuttavia, la Procura dell’Aquila ha accolto le accuse di terrorismo avanzate da Israele, basandosi su prove e testimonianze raccolte in Israele, alcune delle quali sono state escluse dal giudice per non conformità al diritto italiano. La difesa ha denunciato la limitazione del diritto di difesa, con l’esclusione della maggior parte dei testimoni proposti, tra cui la relatrice speciale dell’Onu Francesca Albanese, e una forte politicizzazione del procedimento.
Yaeesh ha ribadito in aula che il processo è un “processo alla resistenza palestinese” e ha criticato il doppio standard politico italiano, sottolineando come la sua azione venga criminalizzata solo perché rivolta contro uno Stato riconosciuto come alleato dell’Italia. Gli avvocati sostengono che nel contesto del diritto internazionale la resistenza armata contro un’occupazione è legittima.
Rievocazione e memoria: Yahya Sinwar
La manifestazione di Milano si è conclusa con la lettura di un estratto del testamento di Yahya Sinwar, figura centrale di Hamas nella Striscia di Gaza, considerato uno degli artefici dell’attacco del 7 ottobre 2023 contro Israele. Sinwar, ucciso in un’operazione militare israeliana a Rafah nel ottobre 2024, è stato capo di Hamas dal 2017 e successivamente presidente dell’ufficio politico del movimento. Sottoposto a numerose accuse per crimini di guerra dalla Corte penale internazionale, la sua figura è stata al centro di tensioni e conflitti che hanno segnato la regione negli ultimi anni.
La mobilitazione di questa sera a Milano testimonia la persistenza della solidarietà verso la causa palestinese e la volontà di far sentire la propria voce in un contesto giudiziario e politico complesso e controverso.
Fonte: alanews - Milano, al Corvetto un corteo a sostegno di Gaza: "Libertà per Anan, Ali e Mansour"






