Milano, 25 settembre 2025 – Si è svolta oggi davanti al giudice per l’udienza preliminare una tappa cruciale del processo riguardante la tragica morte di Cristina Scozia, la donna di 39 anni investita e uccisa da una betoniera mentre percorreva la ciclabile tra via Francesco Sforza e corso di Porta Vittoria, nel cuore di Milano. La Procura ha formulato richieste di condanna per l’ex assessore comunale alla Mobilità, Marco Granelli, e per due dirigenti comunali, imputati per omicidio colposo stradale e presunte irregolarità nella realizzazione della pista ciclabile.
Le accuse e le richieste di pena
Il pubblico ministero Mauro Clerici ha chiesto una condanna a un anno di reclusione per Marco Granelli, attuale assessore alla Cura del territorio del Comune di Milano, e per i due dirigenti coinvolti, ritenuti responsabili, a vario titolo, delle irregolarità nella pianificazione e nell’installazione della pista ciclabile in via Francesco Sforza. Secondo le indagini, coordinate dalla pm Tiziana Siciliano, quella pista ciclabile era stata realizzata in modo “irregolare”, senza cordoli di protezione a separare la carreggiata destinata ai veicoli da quella ciclabile, ed era dotata di segnaletica poco chiara, soprattutto all’altezza di un semaforo cruciale per la sicurezza degli utenti della strada.
Il pm ha evidenziato che la vittima è stata investita a causa del cosiddetto “angolo cieco” durante la manovra di svolta a destra del mezzo pesante, circostanza che ha impedito all’autista di vedere la ciclista. Per l’autotrasportatore che conduceva la betoniera è stata chiesta una condanna a 2 anni e 4 mesi, con possibilità di patteggiamento. Le difese, rappresentate dall’avvocato Franco Rossi Galante per Granelli, hanno presentato consulenze e memorie che sostengono la regolarità del comportamento degli imputati e contestano le accuse.
Il contesto della pista ciclabile di Milano e le reazioni
Cristina Scozia, personal trainer e mamma di una bambina di sei anni, era una ciclista abituale che si spostava quotidianamente in bicicletta dal quartiere di Crescenzago al centro città, dove lavorava assistendo anziani nella riabilitazione motoria. L’incidente mortale, avvenuto il 20 aprile 2023, ha suscitato un forte impatto in città e ha acceso il dibattito sulla sicurezza delle infrastrutture ciclabili e sulla regolamentazione del traffico dei mezzi pesanti nel centro urbano.
La morte di Cristina Scozia si inserisce in un quadro allarmante: solo nei tre mesi precedenti, a Milano si sono registrate sette vittime tra ciclisti, pedoni e utenti di monopattini. Il sindaco Giuseppe Sala ha più volte sottolineato la necessità di limitare l’accesso dei mezzi pesanti non dotati di dispositivi che eliminino gli angoli ciechi, ispirandosi a modelli come Londra, per prevenire ulteriori tragedie.
In occasione del processo, è attesa per il 13 novembre la discussione del rito abbreviato che riguarda anche un altro caso analogo in viale Brianza, dove un tir ha causato la morte di Veronica D’Incà, 38 anni, anch’essa ciclista. Nella stessa data sono previste le sentenze per entrambi i procedimenti.
L’intera comunità ciclistica e numerosi cittadini hanno espresso solidarietà alla famiglia Scozia e manifestato per chiedere maggiori tutele e interventi concreti sulla sicurezza stradale, nel tentativo di porre fine a una vera e propria “strage silenziosa” che continua a colpire i più vulnerabili sulle strade milanesi.






