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Milano, chiesta amministrazione giudiziaria per Tod’s: “Pesante sfruttamento lavorativo”

La Procura di Milano chiede l’amministrazione giudiziaria per Tod’s dopo indagini su presunto sfruttamento nei subappalti. La replica dell'azienda

by Redazione
8 Ottobre 2025
Diego e Andrea Della Valle, presidenti dell'azienda Tod's Spa

ANSA/ US TOD'S

Milano, 8 ottobre 2025 – La Procura di Milano ha avanzato la richiesta di amministrazione giudiziaria nei confronti di Tod’s S.p.A., uno dei nomi più prestigiosi nel panorama della moda italiana gestita dalla famiglia Della Valle, per presunti fenomeni di sfruttamento del lavoro nella catena produttiva. L’ipotesi accusatoria riguarda la mancata vigilanza da parte dell’azienda su due laboratori cinesi, situati nelle Marche, dove sarebbero state riscontrate condizioni di lavoro non conformi alle norme vigenti. Tod’s ha risposto con una nota ufficiale, ribadendo la propria estraneità ai fatti e sottolineando il proprio impegno nel rispetto delle leggi.

La richiesta della Procura di Milano e il contesto giudiziario

Secondo quanto emerso dal ricorso del pubblico ministero, depositato lo scorso maggio in Cassazione, la richiesta di amministrazione giudiziaria si inserisce in una serie di indagini che hanno coinvolto importanti aziende del lusso, quali Alviero Martini, Armani, Dior, Valentino e Loro Piana. In questi casi, le autorità hanno segnalato una connessione tra il settore del lusso e laboratori, spesso gestiti da cittadini cinesi, dove si sarebbe realizzato un abbattimento illegale dei costi di produzione mediante lo sfruttamento di manodopera.

Il provvedimento, al momento non ancora eseguito a causa di una controversia sulla competenza territoriale tra Milano e Ancona, punta a nominare amministratori giudiziari in grado di affiancare il management dell’azienda per rimuovere situazioni di sfruttamento. Nel caso specifico, i titolari degli opifici risultano iscritti nel registro degli indagati per caporalato, mentre Tod’s non è oggetto di indagine penale.

La vicenda si focalizza su un segmento particolare della produzione: la realizzazione delle divise per i commessi dei negozi del brand. La Procura contesta la distinzione operata dall’azienda tra i prodotti destinati alla vendita diretta, come le calzature, per i quali l’azienda dovrebbe effettuare controlli stringenti, e quelli ad uso interno, come le divise, per i quali sarebbe invece esclusa qualsiasi responsabilità di controllo. Questa distinzione ha portato i giudici milanesi a dichiarare l’incompetenza territoriale di Milano, decisione ora al vaglio della Cassazione.

La replica di Tod’s: impegno e controlli continui

Tod’s ha risposto immediatamente, sottolineando in una comunicazione ufficiale che l’azienda opera da sempre nel pieno rispetto delle normative, incluse quelle del lavoro, e che svolge controlli costanti e rigorosi sui laboratori con cui collabora. “La qualità dei prodotti e la qualità della vita lavorativa dei nostri dipendenti sono elementi imprescindibili”, si legge nel comunicato.

L’azienda ha inoltre precisato che i laboratori utilizzati sono sottoposti a visite regolari da parte di responsabili interni e sono vincolati da accordi contrattuali che tutelano le condizioni di lavoro, il rispetto dei contratti nazionali e la qualità dell’ambiente lavorativo. Tod’s ha evidenziato che i propri stabilimenti rappresentano un’eccellenza mondiale in termini di tutela ambientale e servizi sociali volti a migliorare la vita dei lavoratori.

Infine, l’azienda si è detta “amareggiata” per non essere stata coinvolta nelle fasi iniziali dell’indagine, affermando che un confronto tempestivo avrebbe permesso di fornire chiarimenti e dimostrare la correttezza della propria organizzazione produttiva.

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