Nuova tragedia nella tratta dei migranti: la ONG Sea Watch ha annunciato di aver avvistato dei corpi in mare al largo della Libia
Un nuovo drammatico episodio si è consumato al largo delle coste della Libia, dove l’aereo da ricognizione della ONG tedesca Sea Watch, Seabird, ha avvistato diversi cadaveri galleggianti in acque internazionali. La situazione si aggiunge alle recenti tragedie del Mediterraneo, segnate da un numero elevatissimo di vittime tra migranti e rifugiati.
Avvistamento e condizioni del recupero dei migranti
Secondo quanto riferito da Sea Watch, una motovedetta libica armata, finanziata dall’Italia, era presente vicino a uno dei corpi, ma si è rifiutata di rispondere alle chiamate radio della ong tedesca. Al momento, non risultano recuperi ufficiali di quei cadaveri, e si teme che siano vittime di un naufragio con possibili ulteriori dispersi. La motovedetta libica è rimastra inattiva nonostante la situazione di emergenza. Questo episodio si inserisce in un contesto più ampio di naufragi mortali nel Mediterraneo: solo di recente, infatti, sono stati registrati almeno 117 morti in un unico naufragio al largo della Libia, con donne e bambini fra le vittime, come documentato dai soccorritori e dalle autorità italiane.
Il contesto del soccorso e le polemiche politiche
La Sea Watch è un’organizzazione nata nel 2014 e impegnata nel soccorso civile nel Mediterraneo, con l’obiettivo di salvare vite umane e contrastare la tragedia delle morti in mare. Nei giorni scorsi, la nave Geo Barents di Medici Senza Frontiere ha recuperato 165 persone e diversi corpi, con la destinazione finale assegnata a Genova, a oltre 600 miglia nautiche dal luogo del salvataggio. Il trasferimento dei cadaveri a Lampedusa ha sollevato proteste a causa delle limitate capacità della struttura locale. Il procuratore di Agrigento ha evidenziato criticità normative e umanitarie legate al soccorso e alla gestione delle salme.
Sul piano politico, il naufragio ha riacceso le tensioni tra le autorità italiane e le organizzazioni umanitarie: da una parte il ministro dell’Interno ha ribadito la linea dura sui porti chiusi per le ong, dall’altra i sopravvissuti al naufragio raccontano di violenze subite in Libia, sottolineando il dramma umano dietro la traversata. Il premier e il presidente della Repubblica hanno espresso dolore e impegno a contrastare i trafficanti di esseri umani, mentre associazioni e sindaci criticano fortemente le politiche migratorie attuali.
La situazione resta critica, con continue perdite di vite umane e un’urgente necessità di riforme e interventi a livello europeo per garantire soccorsi efficaci e vie legali di ingresso.






