L’Organizzazione internazionale per le migrazioni ha diramato il numero dei migranti morti nel Mediterraneo dall’inizio dell’anno
Un bilancio drammatico emerge dall’ultimo rapporto dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) riguardo alla rotta del Mediterraneo centrale, una delle vie più pericolose per i migranti diretti verso l’Europa. Dall’inizio dell’anno fino al 14 giugno, almeno 249 persone hanno perso la vita e altre 226 risultano disperse lungo questa tratta marittima critica.
Dati aggiornati sulle vittime e i migranti intercettati
Secondo l’ultimo aggiornamento pubblicato su X dall’OIM in Libia, nel primo semestre del 2025, 10.634 migranti sono stati intercettati in mare e riportati in Libia. Di questi, la stragrande maggioranza sono uomini (9.124), mentre 1.001 sono donne e 364 minori. Per 145 persone non sono stati invece rilevati dati relativi al genere. Questi numeri sottolineano l’elevata vulnerabilità delle persone che intraprendono questo pericoloso viaggio alla ricerca di un futuro migliore.
L’Organizzazione internazionale per le migrazioni, agenzia delle Nazioni Unite con sede principale a Ginevra e presente in oltre 100 paesi, svolge un ruolo cruciale nel monitoraggio e nella gestione delle migrazioni a livello globale. Fondata nel 1951, essa si impegna per una migrazione ordinata e rispettosa della dignità umana, promuovendo azioni di assistenza e protezione a favore dei migranti.
Tunisi, cuore strategico del Mediterraneo
La capitale tunisina, con i suoi 637.568 abitanti e situata sulle rive del Mediterraneo, rappresenta un punto nodale non solo dal punto di vista geografico ma anche politico ed economico nella regione del Nord Africa. Tunisi, città storicamente ricca di eventi e crocevia di culture, si trova oggi al centro di un contesto migratorio complesso che coinvolge numerose organizzazioni internazionali, tra cui l’OIM, impegnate nell’assistenza ai migranti e nella gestione delle crisi umanitarie.
La situazione nel Mediterraneo centrale continua a essere critica, con elevati numeri di vittime e migranti in difficoltà, richiamando l’attenzione della comunità internazionale sull’urgenza di soluzioni condivise e sostenibili.






