Alle 8.30 di questa mattina è iniziata la seconda prova dell’Esame di Maturità 2025: Cicerone presente sia al classico che allo scientifico
È iniziata alle ore 8:30 la seconda prova scritta dell’esame di maturità, che quest’anno vede protagonista una “doppietta” di Marco Tullio Cicerone, presente sia al Liceo Classico che al Liceo Scientifico. Oltre 524.000 studenti di tutta Italia sono chiamati a confrontarsi con testi e quesiti che rappresentano un banco di prova fondamentale per il loro percorso scolastico.
La seconda prova di Maturità: un ritorno in grande stile di Cicerone al Liceo Classico
La traccia principale per i licei classici è un brano tratto dal dialogo Laelius de amicitia di Cicerone, scritto nel 44 a.C. ma ambientato nel 129 a.C. Nel testo, l’oratore e filosofo romano descrive con toni appassionati l’amicizia tra Gaio Lelio e Scipione Emiliano, due figure di spicco della politica romana dell’epoca. I maturandi sono invitati non solo a tradurre il latino classico, ma anche a riflettere sul valore e sul significato dell’amicizia, rispondendo a quesiti che richiedono una comprensione approfondita e un’analisi stilistica del testo.
Con questa scelta, Cicerone si conferma l’autore latino più proposto nelle prove della maturità dal dopoguerra a oggi, con ben 17 presenze, superando autori come Seneca e Tacito. Un riconoscimento al peso storico e culturale di un personaggio che ha segnato profondamente la letteratura e la filosofia latina.
Cicerone fa “doppietta” anche al Liceo Scientifico
Sorprende la presenza di Cicerone anche nel compito di matematica per il liceo scientifico: uno degli otto quesiti, il numero 7, si ispira direttamente a una citazione tratta dall’opera De divinatione, nella quale Cicerone riflette sul ruolo del caso e della previsione negli eventi, con un riferimento al “colpo di Venere” lanciando quattro dadi a caso. Questo inserimento sottolinea la multidisciplinarietà del pensiero ciceroniano, che spazia dalla filosofia alla scienza.
Chi era Marco Tullio Cicerone?
Nato ad Arpino nel 106 a.C., Cicerone è stato avvocato, politico, scrittore, oratore e filosofo romano, figura centrale della tarda Repubblica romana. La sua vasta produzione letteraria, comprendente orazioni politiche, trattati filosofici e opere retoriche, ha fornito una chiave di lettura essenziale per comprendere la società romana dell’epoca. Grande estimatore della cultura greca, contribuì a tradurre e adattare il linguaggio filosofico greco in latino, creando un lessico che influenzò profondamente la cultura latina.
Nel dialogo scelto per la prova, Cicerone rievoca l’amicizia tra Gaio Lelio e Scipione Emiliano: Lelio, politico e militare romano, fu uno stretto collaboratore di Scipione Africano e figura rilevante nel contesto delle guerre puniche, mentre Scipione Emiliano è noto per la distruzione di Cartagine. Il testo rappresenta un esempio di come Cicerone coniugasse storia, filosofia e retorica per veicolare valori universali.






