Roma, 21 novembre 2025 – La Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo) ha chiesto con fermezza il ritiro dell’emendamento 69.0.25, noto come emendamento Biancofiore, inserito nella Legge di Bilancio riguardante la responsabilità civile degli esercenti le professioni sanitarie e delle strutture sanitarie.
Perché l’emendamento Biancofiore preoccupa i medici?
L’emendamento, presentato dall’onorevole Michaela Biancofiore, senatrice e capogruppo del gruppo parlamentare “Civici d’Italia – Noi Moderati” al Senato, prevede un cambio radicale nella disciplina della responsabilità civile nel settore sanitario. Secondo il testo legislativo, la responsabilità per eventuali danni causati ai pazienti passerebbe dalla struttura sanitaria direttamente ai medici, i quali risponderebbero in via principale a titolo di responsabilità contrattuale. Le strutture sanitarie, pubbliche o private, risponderebbero solo in casi limitati, quali la mancata organizzazione adeguata del servizio o la carenza di dispositivi e attrezzature idonee.
Filippo Anelli, presidente della Fnomceo, ha sottolineato come questo emendamento rappresenti un vero e proprio ritorno al passato, annullando di fatto la normativa introdotta con la Legge Gelli-Bianco del 2017. Questa legge aveva infatti stabilito che la responsabilità civile del personale sanitario fosse extracontrattuale, limitata alla colpa grave, e aveva garantito una più equilibrata ripartizione della responsabilità tra medici e strutture sanitarie. L’emendamento Biancofiore, invece, invertirebbe questo principio, mettendo i medici al centro delle richieste di risarcimento e alleggerendo le strutture.
Le preoccupazioni del mondo medico
Il presidente Anelli ha definito la situazione paradossale, evidenziando come il Governo stia parallelamente lavorando a uno scudo penale e a una revisione organica della materia per garantire serenità ai medici. L’emendamento in questione, però, rischierebbe di vanificare questi sforzi, trasformando il medico nel “bersaglio principale” delle azioni legali, con conseguenze potenzialmente drammatiche per il sistema sanitario nel suo complesso.
La Fnomceo ha inoltre lanciato un monito: se non verrà ritirato l’emendamento, si potrebbe assistere a un fenomeno di fuga del personale medico e sanitario verso l’estero, con il rischio di lasciare le strutture italiane “cattedrali nel deserto”. Questa situazione potrebbe acuire ulteriormente la carenza di personale sanitario già denunciata a livello nazionale ed europeo.
L’emendamento è stato segnalato come prioritario e inserito nella Manovra finanziaria 2026, ma resta oggetto di forte contestazione da parte degli Ordini dei Medici e di diversi rappresentanti del settore sanitario. La discussione parlamentare è tuttora aperta e si attendono sviluppi nelle prossime settimane.






