Muggia (Trieste), 14 novembre 2025 – Prosegue il dramma che ha scosso la comunità di Muggia, dove una madre ha ucciso il proprio figlio di 9 anni. La vicenda, avvenuta nella serata del 12 novembre, continua a suscitare commozione e interrogativi sulla gestione dei rapporti familiari e sul supporto alle persone in difficoltà. La donna, Olena Stasiuk, 55 anni di origine ucraina, attualmente è ricoverata in ospedale in condizioni riservate.
Madre uccide il figlio a Muggia: la situazione giudiziaria e la richiesta di perizia psichiatrica
L’avvocata Chiara Valente, che assiste Olena Stasiuk, ha annunciato che chiederà una valutazione clinica psichiatrica per accertare la capacità della donna di partecipare al processo. L’udienza di convalida del fermo, infatti, è stata rinviata in quanto la donna è ancora ricoverata presso il Maggiore di Trieste. La legale ha riferito di aver avuto un colloquio con la sua assistita, ma non ha voluto rivelare dettagli sullo stato psicologico della donna, definita “molto provata”. L’accusa nei suoi confronti è di omicidio volontario pluriaggravato.
La donna, seguita fino a poco tempo fa da un centro di salute mentale, aveva recentemente avuto il permesso di incontrare il figlio senza la presenza di assistenti sociali. Tuttavia, una storia di tensioni familiari emerge dagli atti: due anni fa Olena Stasiuk avrebbe provocato lividi al bambino stringendogli il collo, episodio certificato da referti medici. Nel passato ci sono anche minacce rivolte all’ex marito, con frasi come: “Se muoio io, muore anche lui”.
Il clima in città e le reazioni della famiglia
Davanti all’abitazione di Muggia, in piazza Marconi, continua il silenzioso pellegrinaggio di amici, compagni di scuola e cittadini che lasciano fiori, giocattoli e biglietti in memoria del piccolo Giovanni. La comunità è sotto shock per un episodio che ha bloccato anche i preparativi per la festa di San Martino, rinviata a data da destinarsi.
Il padre del bambino, Paolo Trame, è profondamente segnato dal dolore. Attraverso il parroco don Andrea Destradi, ha espresso il suo rammarico per il fatto che la madre potesse vedere il figlio senza alcuna protezione. “Come faccio ora? Una vita senza mio figlio”, ha confidato al sacerdote, che invita a non dimenticare la fragilità di entrambe le persone coinvolte e chiede di stringersi intorno alla famiglia in questo momento di tragedia.
Le indagini proseguono e il padre potrebbe essere ascoltato dagli investigatori già nelle prossime ore. Intanto Olena Stasiuk resta in ospedale e si attende la decisione sulla sua capacità di affrontare il processo.






