Sono stati resi noti oggi i risultati delle analisi genetiche effettuate sulla statuetta della Madonna di Trevignano, oggetto di un acceso dibattito per le presunte lacrimazioni soprannaturali. Il sangue rinvenuto sulla statua è stato identificato come appartenente a Gisella Cardia, la cosiddetta “veggente” indagata per truffa dalla Procura di Civitavecchia. Le perizie, condotte dal genetista forense Emiliano Giardina, noto per il suo coinvolgimento nel caso di Yara Gambirasio, confermano che il materiale biologico trovato è umano e coincide con il profilo genetico di Cardia, al secolo Maria Giuseppa Scarpulla
Analisi del DNA e implicazioni giudiziarie
Le analisi hanno riguardato quattro tracce di materiale genetico: due sulle guance della statuetta, una sul volto e una sulla veste di un quadro raffigurante Cristo. Tutte le tracce sono state attribuite al DNA di Gisella Cardia. La difesa della veggente aveva sostenuto la possibilità di un DNA misto, ipotizzando che la santona avesse semplicemente toccato e baciato la statuina, lasciando così le sue tracce. Secondo l’avvocata di Cardia, Solange Marchignoli, «non è possibile discernere se le tracce provengano dal sangue, dal contatto o dalla saliva», e si attende ancora l’esito ufficiale della perizia completa, prevista per il 28 febbraio. Tuttavia, il tribunale di Civitavecchia ha rigettato la richiesta di proroga delle indagini, consolidando il quadro probatorio attuale.
La posizione della Chiesa e le conseguenze per il sito religioso
La vicenda delle apparizioni di Trevignano è stata ufficialmente smentita dalla Chiesa cattolica, che ha dichiarato l’inesistenza di qualsiasi fenomeno soprannaturale legato alla statuetta. Il vescovo di Civita Castellana ha inoltre vietato ai fedeli di organizzare o partecipare a incontri che attribuiscano certezza alla veridicità sovrannaturale degli eventi. Nel frattempo, il Comune di Trevignano ha disposto la chiusura del “campo delle rose”, luogo simbolo dei raduni di Cardia, e il TAR ha confermato la legittimità di tali provvedimenti, condannando la veggente e il marito al pagamento delle spese processuali per l’uso illegale del terreno a fini religiosi.
La vicenda, ora prossima a un possibile processo per truffa, ha suscitato anche dichiarazioni critiche da parte di ex collaboratori, come Paola Felli, ex portavoce di Cardia, che parla di raccolta continua di donazioni tramite attività sul web e raduni in varie regioni italiane, nonostante il divieto ecclesiastico e le misure amministrative. Le indagini e i riscontri scientifici sembrano dunque smentire con fermezza la natura soprannaturale delle lacrimazioni attribuite alla Madonna di Trevignano, aprendo la strada a conseguenze legali per la “veggente”.