Salvatore Raciti, 41 anni, uno dei gestori dello stabilimento balneare Le Capannine di Catania, è deceduto nella notte tra l’1 e il 2 dicembre. Secondo le prime ricostruzioni, si trovava nel giardino della sua casa alla Plaia, dove, insieme ad alcuni amici, stava sistemando le decorazioni natalizie. All’improvviso avrebbe accusato un malore. Le persone presenti hanno tentato i primi soccorsi e, dopo aver chiamato il 112 e appreso che l’ambulanza avrebbe tardato ad arrivare, un amico lo ha caricato in auto per portarlo al più vicino ospedale.

La ricostruzione della morte del marito di Susy Fuccillo
Giunti all’ingresso del pronto soccorso del Garibaldi Nesima – struttura riservata alle emergenze ostetriche – il veicolo sarebbe stato raggiunto dall’ambulanza del 118. Nonostante le manovre dei sanitari, per l’uomo non c’è stato nulla da fare. Non è ancora chiaro se Raciti sia morto durante il tragitto o quando i soccorsi erano già intervenuti. La procura di Catania ha disposto il sequestro della salma e, tra giovedì e venerdì, potrebbe affidare l’incarico al medico legale per l’autopsia. Al momento il corpo è custodito nell’obitorio del Policlinico di via Santa Sofia.
Agenti della Polizia di Stato sono intervenuti sia nella villa di viale Kennedy sia in ospedale, effettuando i primi accertamenti senza rilevare elementi che facciano pensare a cause diverse da un decesso naturale.
Raciti lascia la moglie Susy Fuccillo (ex ballerina di Amici) e tre figlie, l’ultima nata pochi mesi fa. Era fratello di Francesca Raciti, presidente del Consiglio comunale di Catania dal 2013 al 2018. Come riporta La Sicilia, Il suo nome era già apparso nelle cronache nel 2020, quando una serie di perquisizioni della Guardia di Finanza nei bungalow delle Capannine e nelle aree limitrofe portarono al ritrovamento di armi, episodio per cui fu posto ai domiciliari.
Le successive indagini della procura ipotizzarono rapporti con il clan Cappello sulla base delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. Altri pentiti, negli anni, avevano menzionato anche il padre di Raciti, Carmelo, indicandolo come vicino prima alla famiglia Santapaola-Ercolano e poi agli stessi Cappello. Le richieste di misure cautelari avanzate dalla procura nei confronti di entrambi sono però sempre state respinte. È tuttora in corso l’udienza preliminare dopo la richiesta di rinvio a giudizio. Con la morte di Salvatore Raciti, la sua posizione processuale sarà naturalmente archiviata.





