Un nuovo episodio di violenza nella metropolitana di Roma, precisamente alla fermata Ottaviano della linea A, dove Simone Ruzzi, noto sui social come “Cicalone”, è stato aggredito da un gruppo numeroso di borseggiatori mentre documentava attività illecite. Il videomaker romano, famoso per i suoi reportage sulla microcriminalità nelle stazioni della Capitale, ha riportato ferite al volto ed è stato soccorso dal personale sanitario intervenuto sul posto.
L’aggressione alla stazione Ottaviano e le condizioni di Simone Cicalone
Simone Ruzzi stava effettuando le sue abituali riprese di monitoraggio, volte a denunciare i rischi e le attività criminali che si verificano nelle stazioni della metropolitana romana. L’aggressione è avvenuta alle spalle, senza possibilità di difesa, come lui stesso ha raccontato sui social: “Infami veri da dietro in dieci”. Le contusioni al volto e le escoriazioni riportate hanno richiesto un trasporto in ospedale per accertamenti, ma fortunatamente le ferite non sono risultate gravi.
Le forze dell’ordine hanno immediatamente avviato le indagini, acquisendo le immagini delle telecamere di videosorveglianza e raccogliendo testimonianze per identificare i responsabili. L’episodio si inserisce in un contesto di crescente preoccupazione per la sicurezza nei mezzi pubblici, soprattutto nelle stazioni più frequentate come Termini, Spagna, Barberini e Ottaviano, dove la microcriminalità è particolarmente diffusa.
La microcriminalità nella metropolitana di Roma: un fenomeno radicato
La metropolitana romana è teatro di gruppi organizzati di borseggiatori che operano in modo coordinato. Questi gruppi adottano strategie precise, con ruoli distinti per osservare, distrarre e compiere i furti, sfruttando la folla e gli spazi angusti delle stazioni. Nonostante l’incremento delle pattuglie e il potenziamento della videosorveglianza, la complessità del controllo rimane alta a causa dell’afflusso continuo di passeggeri.
Simone Ruzzi, attraverso i suoi video, contribuisce a rendere visibile un fenomeno che spesso rimane nascosto, ma che espone chi documenta la realtà della microcriminalità a rischi concreti, come dimostra l’aggressione subita. Gli investigatori stanno ora lavorando per ricostruire con precisione la dinamica dell’assalto e risalire agli aggressori, sottolineando l’urgenza di misure più efficaci per garantire la sicurezza nei luoghi più frequentati della città.






